Bologna FC
La Juve e il tributo a Bernardeschi: 5 anni non si dimenticano
Il tributo dei supporters bianconeri a Federico Bernardeschi e lo scambio di maglia con Cabal: giocatori che non passano
Per un Bologna che perde 0-1 tra le mura amiche del Dall’Ara con la Juventus, c’è chi, con 10′ di gioco e la partita ampiamente decisa, o quasi, si è comunque preso una carrellata d’amore da parte della sua ex squadra. La gara scorsa era toccato a Immobile con la Lazio, oggi a Bernardeschi, omaggiato dalla “sua” Juve.
Bernardeschi, la maglia di Cabal e l’affetto dei tifosi
Prima lo scambio di maglia con Cabal (match winner), poi la festa bianconera al “figliol prodigo” tornato dopo la lunga assenza dall’altra parte del mondo. Una sciarpa da legare al collo, lanciata dalla curva ospite, l’accoglienza di tifosi che hanno reso omaggio a un volto che hanno visto a lungo sfrecciare nella propria corsia.
In una serata mesta per il Bologna, il “Diez” è entrato con voglia di fare, come dimostrato con un sinistro potente che tuttavia Di Gregorio non ha avuto problemi a bloccare, uscito un po’ troppo centrale per impensierire l’estremo difensore bianconero. Ma ieri il Bologna ha faticato oltremodo, specialmente in inferiorità numerica, e le prodezze di Vigo non hanno potuto essere replicate.
Federico Bernardeschi (© Bologna FC 1909)
Alla fine è stato proprio l’autore del gol della vittoria, il colombiano Cabal, ad avvicinarsi a Bernardeschi e a chiedergli di scambiarsi la maglia. E il perché lo spiega proprio lo juventino: «Volevo portare a casa questa maglia, l’ho visto giocare tante volte alla Juventus e ci tenevo». Dalla Curva San Luca, invece, cade una sciarpa, anzi, tante sciarpe della Signora, che Bernardeschi ha preso in mano e mostrato ai suoi vecchi supporters, mentre cori di stima inneggiavano a lui. 5 anni, scudetti e Coppe Italia, cose difficili da dimenticare.
Un lampo: la sciarpa affidata al preparatore, e il ritorno al fianco dei compagni rossoblù. Adesso è tempo di resettare, e preparare un’altra sfida, quella a Riad, che promette scintille. E il “nuovo” Berna deve e vuole esserci.
Fonte: Giovanni Poggi – Il Resto del Carlino
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