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BFC Femminile – Intervista esclusiva a Giulia Schipa: “Quest’anno siamo maturate molto. Mi ispiro a…”

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Fonte immagine: Ramella Fazzari Fotografia

Prosegue il nostro viaggio attraverso il mondo del Bologna femminile; la protagonista di oggi è Giulia Schipa, attaccante classe 2001 della squadra rossoblu allenata da mister Galasso.

Ciao Giulia, innanzitutto come stai vivendo questa quarantena?

“Sto bene dai, si va avanti. Questa è una situazione nuova e strana, dobbiamo conviverci per ora; devo dirti che io, a differenza di altre persone, non la sto vivendo male perché riesco sempre a impegnare la giornata. Seguo le lezioni online, studio e poi seguo gli allenamenti con la squadra: cose da fare quindi ce ne sono, l’importante è che questa situazione passi in fretta”.

Parlaci brevemente di te.

“Io ho 18 anni e sono nata a Modena e attualmente vivo a Castelfranco Emilia. Frequento l’ultimo anno del Liceo Scienze Applicate, quindi quest’anno avrò la maturità; la mia più grande passione, ovviamente, è il calcio”.

Come nasce la tua passione per il calcio?

“Nasce grazie a mio padre e a mio fratello; quando io ero più piccola guardavano sempre le partite e io, in attesa che si liberava la Tv per guardare i miei programmi preferiti, le guardavo insieme a loro. Tutto è nato così: piano piano mi sono sempre più abituata a guardare le partite. Poi è stata fondamentale mia madre, è stata fondamentale per me perché mi ha dato le giuste motivazioni per iniziare questo sport”.

Dove hai mosso i primi passi?

“Ho iniziato a giocare con la squadra maschile del Castelfranco Emilia; lì ho giocato per tanti anni fino a quando, in prima media, fui obbligata ad andare in una squadra femminile. Decisi quindi di andare al Vignola e per tre anni sono stata lì. In seguito andai a Modena per giocare con la maglia del San Paolo: lì ho giocato per due anni, poi sentivo l’esigenza di allargare i miei orizzonti e cercare una sfida più impegnativa ed è così che sono arrivata al Bologna”.

Come sei arrivata al Bologna? È stato difficile ambientarsi in una realtà più grande?

“Nel corso degli anni ho sempre ritenuto il Bologna una grande squadra, in passato era un rivale molto difficile da battere. Ha sempre avuto grandi calciatori e calciatrici, quindi ho voluto mettermi alla prova in una realtà più grande. All’inizio ero un pò spaventata e avvertivo una tensione, che però risultava positiva. In seguito ho iniziato a legare con le mie compagne che, nel corso del tempo, sono state fondamentali per il mio ambientamento a Bologna”.

Dato che hai giocato sia con i ragazzi che con le ragazze, quali sono le maggiori differenze e le similitudini?

“Ho giocato con i ragazzi quando ero molto piccola, quindi all’epoca non riuscivo a notare molte differenze. Poi, con il passare del tempo, notavo la differenza fisica che era molto evidente: i ragazzi tenevano di più sul campo, erano più fisici nel controllo del gioco e nei contrasti. Anche il fattore velocità era diverso e determinante, perché nel corso della partita è fondamentale saper tenere un buon ritmo. Per quanto riguarda le similitudini penso ci sia la stessa voglia e la stessa passione verso questo sport: obiettivi comuni per cercare di migliorarsi sotto ogni aspetto”.

Che tipo di attaccante sei? 

“Non mi piace essere statica spalle alla porta, amo correre e ricevere palla sui tagli: sicuramente questa è la caratteristica che più amo del mio ruolo. Mi piace molto correre negli spazi, ovviamente segnare resta la gioia più grande, soprattutto se sei un’attaccante. Quando segno provo un senso di felicità incredibile, soprattutto perché trasmetto flussi positivi anche alle mie compagne di squadra. Al contrario, mi irrita passare la palla davanti alla porta: spesso sono egoista, cercherò di migliorare”.

Ti ispiri a qualcuno in particolare? 

“Ti confesso che mi piace molto guardare gli highlights del Bayern Monaco, soprattutto perché amo Robert Lewandowski. Per me lui è una figura importantissima, è un esempio e cerco sempre di imparare da lui: penso sia uno degli attaccanti più forti del mondo”.

Quando segni hai un’esultanza fissa?

“In teoria è proprio quella di Lewandowski, quando incrocia le braccia con le dita alzate. A volte però dimentico di farla e vengo subito richiamata da una mia compagna di squadra. Penso però che l’esultanza preferita sia quando festeggio con le mie compagne: quando ci abbracciamo tutti insieme proviamo una gioia immensa, a prescindere da tutto il resto”.

Che ne pensi di questa stagione della tua squadra? Quali sono i tuoi ricordi più belli?

“Siamo un bel gruppo, questo è stato un anno molto importante soprattutto perché siamo maturate molto, specialmente a livello mentale. Per me la parte più bella sono gli allenamenti, amo vedere la squadra che si mette a disposizione perché vuole migliorare sotto tutti i punti di vista. Ci divertiamo molto negli spogliatoi, giochiamo e scherziamo tutte insieme: c’è parecchia complicità, e questo si vede anche quando scendiamo in campo”.

Finirai il liceo quest’anno: sai già cosa fare l’anno prossimo?

“Credo di iscrivermi a Ingegneria Gestionale; è da un pò di tempo che cullo questa idea e ormai sono abbastanza convinta nel voler intraprendere questo percorso”. 

Sul fronte calcio quali sono i tuoi obiettivi principali?

“Sicuramente voglio continuare a migliorare, sia tatticamente, sia psicologicamente. L’obiettivo più grande è quello di alzare l’asticella, sarebbe fantastico. Poi, come penso tutte le ragazze che fanno questo sport, il sogno nel cassetto è quello di vestire la maglia azzurra”.

Hai una squadra in particolare in cui ti piacerebbe giocare?

“La Juventus, anche perché è la mia squadra del cuore. Mi piacerebbe vestire anche la maglia della Fiorentina, perché penso che la squadra viola attualmente sia una delle più importanti a livello nazionale”.

Grazie mille, Giulia.

“Grazie a te”.

 

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