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Bfc femminile – Intervista esclusiva a Michelangelo Galasso: “Le mie ragazze sono samurai. Futuro? Ho due sogni…”

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Parte oggi la nuova rubrica dedicata al Bologna calcio femminile; una serie di interviste ci porteranno dentro il lato rosa dei rossoblu. Partiamo oggi con Michelangelo Galasso, l’allenatore della squadra. Con lui abbiamo parlato di diversi argomenti, dalla situazione attuale passando per la stagione della propria squadra, fino ad arrivare alla sua carriera.

Buongiorno mister, come sta vivendo questa quarantena?

“Ciao Federico; allora in  questo momento, come tutti, anche noi stiamo rimodellando la propria vita che risulta essere molto più statica a causa del Coronavirus. Semplicemente lavoro molto al computer e ho la necessità di interagire con le mie classi a scuola. Per quanto riguarda l’attività motoria, che è l’elemento centrale, continuo con mia figlia a fare quello che si può dentro una stanza qualunque di casa. L’importante è seguire tutte le regole, perché la situazione non è facile”.

Quali sono i pro e i contro nel lavorare da casa?

“Il mio lavoro perde di movimento. Io normalmente sono sempre in versione fisica, dato che sono sempre stato in palestra e sul campo. Di pro ne vedo pochi se non per il fatto di poter ampliare, attraverso il web, le competenze nel mio ambito lavorativo. I contro sono tanti, non posso sviluppare il mio lavoro sul campo e questa è la base della mia professione”.

E’ facile gestire una squadra di calcio in un periodo come questo? 

“Il periodo richiede e di stare a casa e cercare di creare una base di movimento in relazione ai propri spazi. Inizialmente, le uniche necessità erano quelle di instaurare un contatto con le ragazze; una volta poi capite le problematiche abbiamo cercato di dar loro delle schede allenanti. Gli unici problemi reali sono stati questi. Ma l’attenzione vera va in direzione pandemia, perché tutto dipenderà dagli sviluppi di questa situazione. Non possiamo fare una proiezione verso il futuro, dobbiamo solo aspettare”.

Come vede le ragazze? Sono tranquille?

“Ho avuto qualche scambio con loro, in particolare con il capitano che ha il polso della squadra, dal punto di vista delle amicizie e delle relazioni. C’è tanta voglia di rientrare e allenarsi, vogliamo risentirci parte di un mondo che per adesso è stato frenato. Per il resto vedo i mini video che mi manda il preparatore riguardo gli allenamenti, per ora va tutto bene”.

Come sono organizzati gli allenamenti?

“Facciamo allenare le ragazze tutti i giorni esclusa la domenica, che è il giorno di riposo. Proponiamo loro delle sedute tipo, come se fossimo in campo per preparare la partita: lavori aerobici, mentre a metà settimana forza resistente e verso fine settimana circuiti funzionali finalizzati all’aspetto di una partita ideale. Il tutto in una stanza. Si allenano a corpo libero e con vari attrezzi. La cosa bella è che il preparatore le sente una volta a settimana in videoconferenza. Quindi questo è il nostro trand: ovviamente siamo nei dilettanti, ma in questo periodo è importante per le ragazze che non perdano il senso di appartenenza per questo mondo. Poi, nella videoconferenza, il preparatore propone delle sfide come ad esempio quella dei plank per vedere chi tira fuori il meglio di sé”.

Parliamo un pò di lei: quando ha iniziato ad allenare?

“Iniziamo dalla fine; io ho 54 anni e ho finito di giocare a 46, quindi sono un giovanissimo allenatore. Da sempre però, negli ultimi 20 anni di carriera, ho fatto il coordinatore di vari settori giovanili. Parallelamente alla mia carriera di calciatore ho quindi fatto anche questo. Una volta smesso mi sono avviato alla carriera di allenatore; ho iniziato dal settore giovanile della Reggiana, dove ci sono rimasto fino all’anno scorso. Non mi sono mai approcciato alle prime squadre dilettantistiche maschili per vari motivi. Quando è venuta la richiesta di allenare questa squadra l’ho presa come una sfida da portare avanti”.

Che tipo di sfida è questa?

“Il calcio femminile, anche se sta avendo una bella crescita sotto vari aspetti, avrà sempre il filtro di un calcio minore rispetto a quello maschile. Quello maschile per ora è superiore sotto vari aspetti: è difficile entrare in un mondo femminile e poi giudicare in maniera neutra il gioco. La sfida è proprio questa: lavorare per costruire dei modelli tecnici per le ragazze che alleno. Per ora va tutto bene, le mie calciatrici hanno tanti margini di miglioramento, anche perché diverse loro potenzialità non sono mai state formate. Vedo il calcio femminile come un oceano di saperi da indirizzare”.

Le sue calciatrici dove potrebbero arrivare in futuro?

“Mi era stato detto all’inizio che questo doveva essere l’anno zero. Ci siamo presentati al campionato di Serie C con una squadra giovane, anche con Under 17: la squadra ha dimostrato che 5-6 di loro potrebbero far parte di un team di Serie B. Per andare direttamente in A è più difficile, perché ogni anno emergono tantissime nuove calciatrici. Quindi siamo in una fase di costruzione: io le mie ragazze le definisco samurai, perché si sono sempre messe a disposizioni e credo che con un lavoro di qualche anno potrebbero ambire anche al doppio salto in Serie A”.

Come giudica la vostra stagione?

“Questa stagione è stata molto positiva, ha dimostrato che un gruppo anonimo può diventare una vera squadra. Ce la siamo giocata con tutte le formazioni incontrate: ovviamente come tutti abbiamo passato momenti negativi, quando magari non sapevamo stare ancora bene in campo. Ci sono stati però molte situazioni entusiasmanti; sono contento perché abbiamo sempre giocato a calcio, anche con squadre importanti come la Torres e il Pontedera. Sono molto soddisfatto: nonostante qualche risultato negativo dell’ultimo periodo, la squadra stava crescendo molto bene”.

Quale partita ricorda con maggior gioia?

“Ricordo in particolare un periodo, quando abbiamo giocato contro il San Miniato, Grifone e Arezzo: lì ci sono state due vittorie e un pareggio che hanno fatto capire alla squadra la dimensione in cui si trovavano. Per il resto il campionato ha vissuto la punta massima con il pareggio contro la capolista. Lì abbiamo dimostrato di essere davvero mature, sono davvero contento della crescita delle ragazze”.

Cosa si aspetta dal futuro?

“Io ho due obiettivi: innanzitutto portare questa squadra in Serie A, sarebbe davvero bello. Poi ho un sogno nel cassetto, allenare nel Bologna maschile: ora però penso al presente che mi sta dando tante soddisfazioni”.

Grazie mister.

“Grazie a lei”.

 

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