Bologna FC
Tutto il pallone al Bologna, ma i punti restano a Firenze
Sconfitta amara per il Bologna: più xG, più tiri e più gioco, ma la Fiorentina concretizza e porta a casa i tre punti.

Nel calcio, si sa, non sempre vince chi merita di più. Lo sa bene il Bologna di Vincenzo Italiano, uscito sconfitto dal Franchi per 3-2 contro una Fiorentina concreta, feroce nei momenti chiave, ma costretta a soffrire contro una squadra che ha mostrato, ancora una volta, il volto migliore del proprio calcio. È stata una prestazione coraggiosa, moderna e ben orchestrata quella dei rossoblù, che hanno imposto ritmo, possesso e superiorità territoriale per lunghi tratti della gara. Ma la partita, come spesso accade, si è giocata nei dettagli. E nei dettagli, la Viola ha trovato i tre punti.
Fiorentina-Bologna: dominio tecnico non premiato
Le statistiche fotografano una partita diversa dal risultato. Il Bologna ha tenuto il pallino del gioco per il 60% del tempo, completando 480 passaggi con una precisione dell’86% – numeri da grande squadra. La Fiorentina, fedele al suo dogma del pressing alto, ha cercato di spezzare il ritmo avversario, ma non è mai riuscita davvero a fermare l’uscita palla al piede del Bologna, orchestrata con intelligenza da Freuler e Ferguson.
I rossoblù hanno prodotto 15 tiri totali contro i 6 della Fiorentina, con un valore di xG pari a 2.46, a fronte dell’1.80 dei padroni di casa. Hanno trovato il gol con Dallinga e Orsolini, frutto di due splendide azioni corali, ma hanno mancato almeno un’altra grande occasione. È lì che si è spezzata la gara: perché nei momenti in cui serviva cinismo, la Fiorentina ha colpito, mentre il Bologna ha dovuto fare i conti con deviazioni sfortunate e respinte letali.
Lucidità e stanchezza: il doppio volto della ripresa
Il Bologna era reduce da una gara intensa in settimana, ma ha mostrato freschezza, sia fisica che mentale, fino agli ultimi minuti. Ndoye è stato una continua spina nel fianco sulla sinistra: 4 dribbling completati, un assist e diversi falli subiti. Dallinga ha risposto presente, trovando il gol del momentaneo pareggio con una zampata da centravanti. Orsolini, subentrato, ha dato qualità, segnando e creando superiorità numerica.
Eppure, a tradire il Bologna è stata una fragilità nascosta: troppe palle perse in zone pericolose (6 nella propria metà campo), una tendenza a concedere grandi occasioni in ripartenza (4 subite contro 2 create), e qualche blackout individuale nei momenti chiave, come sul gol di Richardson, nato da una respinta imprecisa su un tiro deviato.
Una difesa sotto pressione
La retroguardia rossoblù, nonostante i numeri, non ha retto nei momenti decisivi. Miranda, prima dell’espulsione all’88’, ha sofferto costantemente l’aggressività dei viola, e Casale, al posto di Beukema, non ha dato la stessa sicurezza. Anche Skorupski, pur autore di tre parate, ha avuto difficoltà sulle seconde palle e sui rinvii.
Eppure, il Bologna ha retto l’urto nella maggior parte delle situazioni: ha vinto più contrasti (53% contro 47%), ha recuperato 32 palloni e ha perso meno duelli aerei rispetto al solito. Ma, ancora una volta, il calcio ha premiato chi ha saputo essere più cinico.
Fiorentina-Bologna non intacca l’identità
Il Bologna ha perso, sì, ma non la sua identità. Anzi, l’ha ribadita: pressing alto, fraseggio continuo, densità offensiva (21 tocchi in area contro i 10 della Fiorentina) e capacità di restare sempre in partita. Con l’Europa già in tasca, resta solo da chiudere con orgoglio una stagione che ha superato le aspettative di inizio anno.
Questa sconfitta, per come è maturata, racconta molto più di un semplice passo falso. Racconta di una squadra che gioca un calcio europeo, moderno, che sa imporre il proprio ritmo anche in trasferta, contro avversari temibili. Racconta di un Bologna che oggi non è più una sorpresa, ma una realtà solida, destinata a crescere ancora.
E allora sì, si può perdere anche così. Ma si perde da squadra vera. E forse, è proprio questo il miglior prospetto per ciò che verrà.
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