Bologna FC
Bologna dei sorrisi: da Bucarest a Firenze, la forza di un gruppo unito
La vittoria in Romania consacra lo spirito di una squadra che sa esaltarsi e soffrire insieme. Ora la prova del Franchi, con la consapevolezza di chi ha imparato a vincere come gruppo.
Da Bucarest è arrivata un’immagine che vale più di mille parole: un Bologna felice, compatto. L’Arena Națională è diventata il teatro dei sorrisi rossoblù, quello ritrovato di Odgaard, finalmente decisivo dopo settimane difficili; quello quasi sorprendente di Dallinga, solitamente serioso ma stavolta visibilmente appagato; quello contagioso di Orsolini.
Ma il sorriso più profondo è stato quello condiviso, quello che racconta il legame tra Niccolini e Italiano, il primo in panchina a Bucarest e il secondo bloccato all’ospedale Sant’Orsola. Due uomini che si dividono il peso delle scelte e delle responsabilità, due anime dello stesso progetto tecnico e umano. È la rappresentazione perfetta di una squadra che funziona come una famiglia: unita nella gioia e nella fatica, ma sempre fedele alla propria identità.
Riccardo Orsolini in Steaua Bucarest-Bologna (© Bologna FC 1909)
Saputo, cuore e spontaneità
E poi c’è Joey, patron e simbolo di un legame autentico. Mai così spontaneo, mai così vicino ai suoi ragazzi. A Bucarest, il presidente canadese si è lasciato travolgere dall’entusiasmo: prima a saltare con i tifosi in curva, poi a raggiungere lo spogliatoio per scherzare e perfino improvvisarsi massaggiatore di Orsolini. Scene da romanzo calcistico, che spiegano meglio di qualsiasi discorso perché questo Bologna stia vivendo una stagione speciale.
Il “we are one” che si trasforma in realtà tangibile. Non solo uno slogan, ma un modo di essere: la consapevolezza che la forza di questa squadra nasce dall’energia condivisa.
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