Bologna FC
Bologna e il potere del “noi”
A Cagliari è arrivata la prima vittoria esterna del Bologna, ma soprattutto la conferma di una squadra che cresce nell’unione e nella consapevolezza.
A Cagliari, più precisamente all’Unipol Domus, è arrivata la prima vittoria in trasferta, ma soprattutto è arrivato un segnale. Non tanto nel risultato quanto nella sensazione che, finalmente, il Bologna abbia imboccato la strada della consapevolezza anche in questa stagione.
Non c’è più un gruppo che “può diventare forte”: c’è una squadra che sa già di esserlo, e lo dimostra nel modo più concreto, stavolta lontano da casa.
Cagliari-Bologna: quanto conta il Turnover?
L’ha detto Holm: «Il turnover ci aiuta molto». Parole che, in controluce, trasmettono un Bologna diverso: una squadra dove la rotazione non è un obbligo ma una risorsa, dove chi entra non sostituisce, ma continua un discorso già iniziato.
L’esterno svedese, al primo gol stagionale, ha parlato solo di “noi”. Nessuna autocelebrazione: un riflesso naturale della filosofia che Italiano ha scolpito nel gruppo. È la forza del collettivo che esalta il talento, e non il contrario.
Il passo del gruppo
«Siamo finalmente cattivi», ha sottolineato Italiano nel post partita. La qualità, quella non è mai mancata, ma mancava la fame, quella capacità di sporcarsi le mani nei momenti in cui la partita si incastra e serve più istinto. A Cagliari, invece, il Bologna ha saputo soffrire e colpire, con una freddezza che è marchio delle squadre mature.
Orsolini, la certezza
Il gol di Orsolini, ancora una volta decisivo, è l’emblema della trasformazione personale e collettiva che sta attraversando il Bologna. «Orso ormai ha scollinato dal punto di vista della maturità», ha detto Italiano. E in effetti il suo gol è la firma di chi non si accontenta di essere un protagonista, ma vuole essere un leader.
Perché il salto non si misura solo nei numeri — già da “top”, come ha sottolineato il tecnico — ma nella mentalità. E oggi, in questo Bologna, chi entra dalla panchina non accetta un ruolo minore, ma abbraccia un compito preciso: essere decisivo.
Nelle dichiarazioni rossoblù c’è una squadra che si riconosce
Ciò che colpisce più di ogni altra cosa nelle parole dei protagonisti è l’uniformità del messaggio. Holm, Italiano, Orsolini: linguaggi diversi, ma la stessa musica. Nessuno parla di sé, tutti parlano del gruppo, del percorso, del “noi”.
È in questa coralità che sta il vero salto di qualità del Bologna. Perché quando anche i nuovi — «fino a dieci giorni fa Heggem e Vitik non parlavano una parola di Italiano», ha ricordato l’allenatore — cominciano a integrarsi nel linguaggio tecnico e mentale del gruppo, allora significa che la squadra sta centrando il punto.
Cagliari-Bologna: il significato della vittoria
«Questi sono punti pesanti che dedichiamo a Gino Pivatelli», ha aggiunto Italiano. Vincere a Cagliari, in questa giornata e dopo una sosta che poteva spegnere il ritmo, ha un sapore diverso. È un Bologna che non si ferma alla bellezza, ma che comincia a costruire sostanza, che vince “da grande” anche quando non gioca la partita perfetta.
Lo sguardo oltre il mare
Adesso c’è Bucarest, e poi altre due trasferte. Ma con consapevolezza, ogni campo può diventare un Dall’Ara.
Il Bologna di Italiano è entrato in quella fase in cui il risultato non è più una sorpresa, ma una conseguenza. La prima vittoria esterna non è un punto d’arrivo: è il punto di partenza di un viaggio che, finalmente, ha trovato la sua rotta.
E dentro quella rotta c’è un’unica direzione, quella indicata dal gruppo: il potere del “noi”.
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