Bologna FC
Il Bologna davanti allo specchio: numeri senza filtri
Il Bologna, in questa nuova stagione, fatica a trovare continuità: numeri e statistiche raccontano un avvio complicato, ma anche le potenzialità di crescita.
Il Bologna ha iniziato la stagione con un bagaglio pesante: non solo l’entusiasmo ritrovato di una città intera, ma anche l’obbligo di dimostrare di essere all’altezza delle proprie ambizioni. Il salto di qualità non è più un desiderio, ma una necessità. Lo dicono le statistiche: una rosa più ampia, un monte ingaggi in crescita e uno stadio che torna a riempirsi partita dopo partita. Quando il contesto si allinea a quello delle “grandi”, è inevitabile che anche la pressione salga di livello.
Partenza in salita
Eppure, i primi passi sono stati meno fluidi del previsto. Dopo sei partite, la fotografia non è quella definitiva, ma i segnali parlano: la squadra è ancora in cerca di equilibrio. Non è un copione inedito, anzi: anche negli scorsi anni le partenze a rilento erano diventate una costante, per poi vedere il gruppo cambiare volto con l’arrivo della primavera. La differenza, oggi, è che le aspettative non concedono il lusso di aspettare troppo.
Bologna, le statistiche raccontano le difficoltà
Le statistiche raccontano una realtà che va oltre i semplici 7 punti conquistati in 5 gare. In cinque delle prime sei partite il Bologna è andato sotto per primo. Il dato sui tiri subiti rispetto a quelli effettuati (17 contro 15) fa vedere una squadra più spesso in affanno che propositiva, mentre i fuorigioco fischiati (ben 17 nelle ultime tre sfide, inclusa l’Europa League) ci fanno presenti le difficoltà a trovare spazi. Anche le cifre sulle parate – 12 subite contro 10 effettuate – confermano la tendenza a soffrire più di quanto si riesca a costruire.
Non è un caso che l’unico clean sheet sia arrivato contro il Como, l’unica partita sbloccata dai rossoblù. Al contrario, le trasferte con le attuali capoliste sono state gelide, mentre la vittoria con il Genoa ha lasciato più interrogativi che certezze. La sensazione è che l’ingranaggio non sia ancora rodato, un fattore che influenza anche l’impatto in Europa League: due trasferte a distanza di 72 ore, Aston Villa e Lecce, hanno lasciato gambe pesanti e una sconfitta accompagnata da un pareggio che sembra quasi un’occasione persa.
Le prossime sfide da non sbagliare, tra Europa League e Serie A
La sfida per Italiano è chiara: trasformare la “maxirosa” in un gruppo realmente intercambiabile, dove chi entra non faccia rimpiangere chi esce. Non è solo un problema tattico, ma anche fisico e mentale. Lo stesso tecnico ha ammesso che servirà tempo per portare tutti allo stesso livello, ma nel frattempo c’è da fare i conti con qualche punto lasciato per strada.
Adesso il calendario non aspetta: il Friburgo al Dall’Ara e il Pisa subito dopo saranno test importanti. Sono partite che serviranno non solo a misurare i progressi, ma anche a capire se questa squadra saprà davvero crescere con la velocità che l’ambiente pretende. Perché oggi, a Bologna, non basta più esserci: bisogna dimostrare di meritare di restare tra chi conta. E i numeri, prima o poi, non mentono mai.
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