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Bologna da gol, Bologna da record

Il Bologna chiude una stagione storica: Coppa Italia, record di gol e una crescita che parte vent’anni fa.

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L'esultanza della squadra dopo il gol di Orsolini in Milan-Bologna 3-1
L'esultanza della squadra dopo il gol di Orsolini in Milan-Bologna 3-1 (© Bologna FC)

All’inizio era solo rumore di fondo. Una squadra che vinceva senza far troppo clamore, che giocava bene ma non ancora “da copertina”. Poi qualcosa è cambiato: i numeri hanno cominciato a urlare, i gol a pesare, e il Bologna è diventato impossibile da ignorare.

Non è una favola, non è un miracolo. È la costruzione lucida di una squadra che ha scelto di non accontentarsi. Cinquantasette gol, record nella storia recente del club. Un posto in Europa conquistato con la calma di chi non ha nulla da dimostrare e tutto da prendersi. E soprattutto una sensazione: che questo, in realtà sia solo l’inizio.

Un attacco da record e l’identità del gol

L’aspetto più sorprendente, però, è la capacità del Bologna di trovare la via del gol con una facilità inedita nella sua storia recente. I 57 gol realizzati rappresentano il miglior bottino offensivo del club negli ultimi vent’anni di Serie A a venti squadre. Un risultato frutto dell’ottimo lavoro di Italiano, che ha saputo dare un’identità offensiva precisa e coinvolgente alla sua squadra.

La produzione offensiva è migliorata stagione dopo stagione: dai 44 gol del 2021-22 si è passati a 53, poi 54, fino ai 57 di quest’anno. Un trend che testimonia non solo continuità, ma un’evoluzione strutturata. Italiano ha trovato la chiave per liberare il potenziale offensivo della rosa, e ora guarda già avanti, puntando su un attaccante di maggiore peso per fare ancora un salto di qualità.

Bologna: una rosa che può ancora crescere

Il reparto offensivo, infatti, sarà uno dei principali focus del mercato. Castro ha chiuso con 8 reti nonostante un infortunio che ne ha limitato la seconda parte di stagione, mentre Dallinga ha abbassato le aspettative con solo 3 gol in campionato. Non è escluso che tra punte centrali ed esterni qualcosa possa cambiare, anche se la fiducia nei confronti della dirigenza – dopo tante scelte azzeccate – resta intatta.

E poi ci sono i protagonisti che hanno fatto la differenza: Orsolini ha vissuto la sua stagione migliore, firmando 15 reti e tornando a vestire l’azzurro della Nazionale. Ndoye, da esterno spesso impreciso sotto porta nella scorsa stagione, ha sorpreso con ben 8 gol. Odgaard si è fermato a 6, mentre a quota 3 troviamo Dallinga, Fabbian e Dominguez. Sono 16 in tutto i marcatori diversi che hanno contribuito al record di 57 reti. Una coralità che racconta tanto della filosofia di gioco impostata da Italiano.

Il Bologna di oggi è un viaggio lungo vent’anni

Guardando al passato, si comprende ancora meglio quanto sia stato significativo il cammino compiuto. Nella stagione 2013-14, l’annata della retrocessione, il Bologna chiuse con appena 28 gol fatti. Solo un anno prima, con Pioli in panchina, i rossoblù avevano segnato 46 volte. E andando ancora più indietro, fino al 2004-05, primo campionato a venti squadre, i gol furono solo 33. Anni difficili, segnati da instabilità e poche idee.

Ora, invece, si respira tutta un’altra aria. Il progetto sportivo è solido, lo staff tecnico è preparato e la squadra ha acquisito una mentalità vincente. Non è un caso se la media gol dal 2015-16 ad oggi è di circa 47 a stagione, mentre il Bologna di Italiano ha superato quella soglia di ben dieci unità.

Il futuro? Più ambizione, più gol

Non si tratta solo di numeri, ma di un’identità ritrovata. Il Bologna è tornato a far sognare i suoi tifosi, e lo ha fatto con un calcio propositivo, moderno, divertente. La base è forte e l’intenzione è quella di migliorarsi ancora, puntando a consolidarsi stabilmente tra le grandi. Perché, sotto le Due Torri, c’è finalmente la consapevolezza che nulla è più irraggiungibile.

Fonte: Stadio

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