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Bologna FC – Presentazione Van Hooijdonk: “Mi piace fare gol, non importa come. Il Bologna è la squadra giusta dove crescere”

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Questo pomeriggio, nella sala stampa del ritiro di Pinzolo, è stato presentato il neo acquisto rossoblù Sidney Van Hooijdonk.
Queste le parole dell’attaccante olandese.

Ciao Sidney, che tipo di giocatore sei e quali sono le tue caratteristiche?
Sono un attaccante e sono una seconda punta. La cosa che mi piace di più è fare gol: non importa come, l’importante è segnare. La cosa migliore che ho è calciare col piede destro, abilità che ho perfezionato, e mi piace battere i calci di punizione. 

C’era un po’ di emozione ieri in campo e in questi primi giorni di ritiro?
Le prime settimane sono state molto buone, sto imparando l’italiano e per me è stata una grande emozione, ieri, indossare per la prima volta la maglia del Bologna. Sono molto contento di aver segnato, anche se ho fatto un errore prima. L’importante, comunque, è aver segnato. 

Hai destato l’interesse di altri club europei, ma hai scelto il Bologna. Cosa ti ha convinto?
Ho parlato con la mia famiglia e insieme abbiamo pensato che l’Italia fosse una tappa importante per la mia cultura. Una cosa che mi ha convinto ulteriormente è la presenza di giocatori olandesi in squadra, come Schouten e Dijks. Ho visto come sono migliorati e ho capito che il Bologna era la squadra giusta. 

Tuo padre Pierre e Mihajlovic erano due icone degli anni ’90. Si conoscevano personalmente e questo ha influenzato l’affare?
No, mio padre e il mister credo si siano incontrati solo una volta, durante una partita, ma prima della firma non si conoscevano e di certo questo non ha influenzato la mia scelta.

Chi pensi sia meglio a battere le punizioni tra tuo padre e Sinisa Mihajlovic?
Sono due grandi battitori di tiri liberi. Quando il Bologna ha puntato su di me sono andato a vedere su YouTube subito il video del mister che calcia le punizioni e ho pensato: “Che classe. Questo sì che è vero talento!”. Sono due grandi e posso imparare molto da entrambi.

Quanto è stato importante il Naac Breda per te e quanto è stato difficile questo cambiamento?
Dalle giovanili sono arrivato fino in prima squadra. Ci sono stati degli alti e bassi: l’anno scorso non c’erano i tifosi e io rendo meglio quando c’è il pubblico. Anche questo ha influenzato la mia decisione di venire a Bologna, perché ha una grande piazza. Poteva essere più facile andare in Germania o in Olanda, ma avendo visto Bologna e Casteldebole, e aver parlato con Bigon, mi sono detto che questo poteva essere un grande step per la mia carriera.

Cosa ti aspetti dalla tua prima stagione in Serie A?
Sono un giocatore molto giovane e che ha fatto un passo importante, vediamo come andranno i primi mesi. Di certo voglio giocare e segnare il più possibile, ma non voglio dare numeri. Sono qui per migliorare: parlando con l’allenatore ho capito quali sono i punti che devo migliorare e quali ancora devo sviluppare.

Sei pronto ad accogliere Arnautovic?
Sicuramente è un grande giocatore. Sono felce di lavorare con grandi campioni.

Chi è il tuo modello, a parte tuo padre?
I miei preferiti sono Lewandowski e Haaland, che oltre ad essere dei semplici finalizzatori sono veloci e hanno grandi abilità a controllare la palla e a trovare la via del gol in diversi modi. 

Hai firmato per una squadra che sai che ha pochi attaccanti. Senti delle responsabilità in questo momento?
Non sento la pressione, anche perché prima di venire qua ho parlato con la squadra e loro non si aspettano che sia il numero 9 che porta subito gol appena arrivato in Serie A. Hanno avuto molta fiducia in me e hanno detto che mi daranno tempo. 

Quando ci sono stati i primi contatti con il Bologna e con chi hai legato fin da subito?
I primi contatti li ho avuti un mese e mezzo prima della fine della stagione. Il mio agente mi ha presentato l’interessamento del Bologna e i direttori Bigon e Di Vaio sono venuti ad Amsterdam a parlare con me ed è a quel punto che mi hanno convinto. Ovviamente ho legato subito con gli olandesi Denswil, Schouten e Dijks, ma De Silvestri e Sansone mi stanno aiutando molto. Lorenzo e Riccardo mi stanno insegnando anche l’italiano. 

Come è stato il primo impatto con Mihajlovic e quali sono stati i primi consigli che ti ha dato, insieme a tuo padre?
Quando ho parlato la prima volta col mister ho avuto delle sensazioni positive, nonostante la lingua. Quando sono poi arrivato qui, negli allenamenti mi ha dato consigli per migliorare il mio strike instinct. Mio padre, invece, mi ha detto di non avere paura, che nonostante sia tutto nuovo devo dimostrare chi sono, le mie abilità e di credere in me stesso. Inoltre, mi ha detto che diventerò il nuovo numero 9 del Bologna e questo mi fa molto piacere.

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