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Bologna, fino a che punto puoi rinunciare ai tuoi titolari?

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È un dayafter amaro quello di casa Bologna. La sfida del Dall’Ara contro il Monza è andata nella maniera in cui nessuno si augurava e, forse, considerate le assenze e i problemi di formazione era facile intuire che la vittoria sarebbe stata più difficile di quanto ci si potesse immaginare.

Deve però guardare il bicchiere mezzo pieno il Bologna e il suo allenatore Thiago Motta. Un Bologna piuttosto rimaneggiato, per non dire inventato in attacco e in difesa ha saputo tenere testa ad una pari-livello, classifica alla mano. Resta la capacità dei rossoblù di rimanere dentro alla partita anche dopo tutte le sfortune. Di nuovo senza centravanti in grado di fare 90 minuti, di nuovo con tante assenze difensive, di nuovo a rimescolare le carte. La sfortuna non esiste ma ci vede bene: il nuovo infortunio di Zirkzee, i problemi di Soumaoro e la contemporanea squalifica di Lucumì, un preludio preoccupante a quello che poi è stato. Petagna fa la giocata su un ingenuo Sosa, ma poi grazia il Bologna, il pallone può carambolare altrove, invece, va proprio sul piede di Giulio Donati che in campo, fino alla mattina con l’infortunio di Carlos Augusto, nessuna pensava ci sarebbe mai stato. Il mischione finale la dice tutta su quanto il Bologna ci abbai tentato, voleva almeno un punto ma il pallone non era d’accordo. E forse sì, non è stata nemmeno la miglior partita della gestione Motta, ma al netto delle assenze la squadra di Thiago si è presentata bene.

Ci sarà da riflettere per Thiago, magari sull’opportunità di non affidarsi mai nemmeno una volta per un finale di gara a Raimondo. Ci sarà da riflettere sbollita la rabbia per una sconfitta dura da digerire. Il tenore delle parole del tecnico faceva trasparire un po’ di nervosismo. Ma ci sta. Il post-partita soprattutto dopo una sconfitta è difficile da gestire. Certamente, una volta eliminati velocemente i pensieri più confusi e rancorosi, ci sarà a rimettere le testa in moto e pensare alla partita di Genova contro la Samp (avversaria stasera dell’Inter).

C’è molto da pensare, molto da lavorare per evitare cadute improvvise come questa. Lo sa bene anche Joaquin Sosa, che è tra colo che esce con le “ossa rotte” dal Dall’Ara, consapevole di dover fare ancora meglio per guadagnarsi la conferma. L’uruguaiano ha mostrato segni di crescita. Ma a 20, 21 o 22 anni, soprattutto nel ruolo di difensore centrale, il tempo è galantuomo.

Così come il tempo ha dato modo a Thiago di plasmare il suo Bologna. E se in vista della gara col Monza, le prospettive sulle assenze erano ancora negative, la speranza in vista della sfida alla Sampdoria è positiva: il tempo darà modo a Marko Arnautovic di migliorare la sua condizione, Lucumì uscirà dalla squalifica e i rossoblù potranno pensare di giocare la gara di Genova almeno ad armi pari.

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