Bologna FC
Giovanni Sartori: non solo Bologna, c’è un record di plusvalenze
Da Verona a Zingonia, fino ai colli bolognesi: 462 milioni di euro dopo, il maestro del mercato ha cambiato la storia di tre club. Ora il suo progetto prende forma sotto le Due Torri.
Nel mare agitato del calciomercato, molti dirigenti sanno navigare. Ma solo pochi sanno costruire navi capaci di attraversare ogni tempesta. Giovanni Sartori non solo ha sempre portato i suoi club in acque sicure, ma ha trasformato le onde – anche le più alte –in opportunità. Il dato è da record: oltre 460 milioni di euro in plusvalenze costruite con pazienza, visione e una straordinaria capacità di anticipare le situazioni di mercato. Oggi, dopo aver lasciato un’impronta indelebile su Chievo e Atalanta, è il suo Bologna a raccogliere i frutti di un progetto che non smette di guardare lontano.
Il metodo Sartori: comprare bene, crescere meglio, vendere al momento giusto
Sartori non è il classico dirigente che rincorre nomi. Lui, rincorre potenziale. Lo faceva già al Chievo dei miracoli, dove trasformò sconosciuti (Corradi, Legrottaglie, Perrotta) in nomi da Serie A e poi da Nazionale. Dopo la retrocessione, monetizzò anche in un contesto difficile.
Poi arrivò l’Atalanta. E fu rivoluzione.
A Zingonia, Sartori non si limitò a vendere bene: costruì un intero sistema. I nomi parlano da soli: Kessié, Kulusevski, Mancini, Diallo, Castagne. In pochi anni, trasformò l’Atalanta in un modello europeo: crescita tecnica, sostenibilità economica, visione manageriale. E anche dopo aver lasciato l’incarico, il club ha continuato a vendere con profitto (Romero, Gosens, Koopmeiners), segno che la sua eredità è un’impronta, non solo operativa e momentanea, ma di rendita.
Bologna, il nuovo laboratorio di idee di Giovanni Sartori
Arrivato sotto le Due Torri, Sartori ha trovato un club con grandi ambizioni, ma ancora incompleto. Questo non ha rallentato il processo, anzi: Calafiori e Zirkzee sono solo la punta dell’iceberg. Beukema e Ndoye, pagati poco e venduti a peso d’oro, sono l’esempio perfetto del suo stile: acquisti funzionali al gioco, crescita sul campo, cessione al momento giusto.
Ma attenzione: questo Bologna non è solo un supermercato di talenti. È una squadra che cresce mentre costruisce valore. Con Thiago Motta prima, e ora con Vincenzo Italiano, il lavoro di Sartori ha creato una sinergia tra campo e mercato. Non solo si incassa, ma si cresce: in classifica, in identità, in reputazione internazionale.
Un progetto che guarda avanti
Oggi, con il ritorno in Champions League lo scorso anno e in Europa League ora, il Bologna è uno dei progetti più interessanti del calcio italiano, tanto da essere preso come modello. Sartori ha già dimostrato che può scovare talento ovunque: il prossimo colpo è sempre dietro l’angolo, e non è detto che sarà solo una plusvalenza. Potrebbe anche essere un nuovo leader, un nuovo pilastro.
Nel frattempo, le cifre parlano: 462,6 milioni di plusvalenze in carriera. Ma il vero valore di Giovanni Sartori non si misura solo con il bilancio: si misura con il futuro che sa costruire.
E Bologna, ora, quel futuro lo vede nitidamente.
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