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Giovanni Sartori: non solo Bologna, c’è un record di plusvalenze

Da Verona a Zingonia, fino ai colli bolognesi: 462 milioni di euro dopo, il maestro del mercato ha cambiato la storia di tre club. Ora il suo progetto prende forma sotto le Due Torri.

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Giovanni Sartori (© Bologna FC 1909) calciomercato
Giovanni Sartori (© Bologna FC 1909)

Nel mare agitato del calciomercato, molti dirigenti sanno navigare. Ma solo pochi sanno costruire navi capaci di attraversare ogni tempesta. Giovanni Sartori non solo ha sempre portato i suoi club in acque sicure, ma ha trasformato le onde – anche le più alte –in opportunità. Il dato è da record: oltre 460 milioni di euro in plusvalenze costruite con pazienza, visione e una straordinaria capacità di anticipare le situazioni di mercato. Oggi, dopo aver lasciato un’impronta indelebile su Chievo e Atalanta,  è il suo Bologna a raccogliere i frutti di un progetto che non smette di guardare lontano.

Il metodo Sartori: comprare bene, crescere meglio, vendere al momento giusto

Sartori non è il classico dirigente che rincorre nomi. Lui, rincorre potenziale. Lo faceva già al Chievo dei miracoli, dove trasformò sconosciuti (Corradi, Legrottaglie, Perrotta) in nomi da Serie A e poi da Nazionale. Dopo la retrocessione, monetizzò anche in un contesto difficile.

Poi arrivò l’Atalanta. E fu rivoluzione.

A Zingonia, Sartori non si limitò a vendere bene: costruì un intero sistema. I nomi parlano da soli: Kessié, Kulusevski, Mancini, Diallo, Castagne. In pochi anni, trasformò l’Atalanta in un modello europeo: crescita tecnica, sostenibilità economica, visione manageriale. E anche dopo aver lasciato l’incarico, il club ha continuato a vendere con profitto (Romero, Gosens, Koopmeiners), segno che la sua eredità è un’impronta, non solo operativa e momentanea, ma di rendita.

Bologna, il nuovo laboratorio di idee di Giovanni Sartori

Arrivato sotto le Due Torri, Sartori ha trovato un club con grandi ambizioni, ma ancora incompleto. Questo non ha rallentato il processo, anzi: Calafiori e Zirkzee sono solo la punta dell’iceberg. Beukema e Ndoye, pagati poco e venduti a peso d’oro, sono l’esempio perfetto del suo stile: acquisti funzionali al gioco, crescita sul campo, cessione al momento giusto.

Ma attenzione: questo Bologna non è solo un supermercato di talenti. È una squadra che cresce mentre costruisce valore. Con Thiago Motta prima, e ora con Vincenzo Italiano, il lavoro di Sartori ha creato una sinergia tra campo e mercato. Non solo si incassa, ma si cresce: in classifica, in identità, in reputazione internazionale.

Un progetto che guarda avanti

Oggi, con il ritorno in Champions League lo scorso anno e in Europa League ora, il Bologna è uno dei progetti più interessanti del calcio italiano, tanto da essere preso come modello. Sartori ha già dimostrato che può scovare talento ovunque: il prossimo colpo è sempre dietro l’angolo, e non è detto che sarà solo una plusvalenza. Potrebbe anche essere un nuovo leader, un nuovo pilastro.

Nel frattempo, le cifre parlano: 462,6 milioni di plusvalenze in carriera. Ma il vero valore di Giovanni Sartori non si misura solo con il bilancio: si misura con il futuro che sa costruire.

E Bologna, ora, quel futuro lo vede nitidamente.

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