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Bologna-Juve: un’eterna amarezza?

Bologna-Juve è una partita che ancora fa parlare di sé: cela però i dubbi di un match che termina con il gelo, anche di Joey Saputo.

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Joey Saputo, Atalanta-Bologna (© Damiano Fiorentini)
Joey Saputo, Bologna (© Damiano Fiorentini)

Al Dall’Ara è andata in scena una partita che lascia più dubbi che certezze. Bologna-Juve non è mai una sfida come le altre per i rossoblù, e anche stavolta i punti interrogativi del match sembrano destinati a restare a lungo nella memoria e nello stomaco dei tifosi felsinei.

Bologna-Juve: il gelo di Joey

Nel gelo di fine partita, la stretta di mano fredda di Joey Saputo ha detto più di mille parole. Un gesto che ha condensato l’amarezza per una direzione arbitrale che, agli occhi dei padroni di casa, è sembrata nuovamente pendere da una parte sola.

L’episodio dubbioso? Il contatto in area tra Freuler e McKennie, ignorato da Doveri e non rivisto nemmeno al VAR, per sua stessa ammissione. “Ho visto bene“, avrebbe ripetuto a capitan De Silvestri. Ma se davvero lo ha visto bene, allora resta da capire cosa lo abbia convinto a lasciar correre.

Il rigore non concesso ha fatto esplodere il malcontento di uno stadio già acceso. Ma non è stato l’unico momento controverso: il tocco di mano di Savona che ha interrotto una pericolosa azione di Orsolini è stato altrettanto ignorato, senza che né arbitro né assistente sembrassero accorgersene. E il cartellino giallo per Cambiaso, rimasto nel taschino, ha aggiunto ulteriore frustrazione.

Il Bologna ha reagito con il consueto profilo basso. Niente sfuriate in sala stampa, nessuna dichiarazione polemica. Italiano ha scelto la neutralità, il club ha mantenuto il silenzio che caratterizza la gestione Saputo: sobrietà, anche quando l’istinto direbbe di agire in altro modo. Ma la tensione era evidente nei gesti, nei volti, nel clima teso del dopo gara.

Bologna-Juve: una somma di episodi

Le recriminazioni, però, non nascono da un solo episodio. Esiste una lunga scia di precedenti che ha sedimentato un senso di ingiustizia quasi strutturale ogni volta che il Bologna affronta la Juventus: dalla celebre punizione regalata a Nedved nel 2006, al rigore ignorato su Ndoye allo Stadium appena due stagioni fa. Un copione che sembra riscriversi sempre uguale, con qualche variazione ma un finale prevedibile.

Che un arbitro possa sbagliare è parte del gioco. Che a sbagliare siano sempre gli stessi, nelle stesse partite, fa storcere il naso. Bologna continua a pagare caro il prezzo delle partite contro la Signora, e il timore è che certi episodi, quando contano davvero, possano lasciare ferite più profonde.

Testa alla Coppa Italia

Ora i rossoblù sono attesi da una finale che potrebbe cambiare la storia del club. Se questo silenzio istituzionale sarà stato utile a concentrarsi sul campo o solo un’occasione persa per farsi sentire, lo dirà il campo. Ma intanto, ancora una volta, resta quell’amaro in bocca che i tifosi del Bologna conoscono fin troppo bene.

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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