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Bologna, la reazione non basta: serve molto altro, già da domani

Un Bologna più che in difficoltà in quel di Como: si riparta dalla reazione degli ultimi 20 minuti, ma stavolta per davvero

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Santiago Castro (© Bologna FC 1909)
Santiago Castro (© Bologna FC 1909)

In pochi, dopo la prima ora di gioco in quel del Sinigaglia, credevano che il Bologna potesse reagire. I tifosi lo speravano, più che altro. Come è giusto che sia, visto il sentimento forte per questi colori. Ma il Bologna visto in quel di Como ha lasciato increduli molti. Dopo due settimane in cui le aspettative di tutti erano quelle di ricominciare in un modo totalmente diverso rispetto alle ultime due uscite, sembra essere stato fatto non uno, ma tre passi indietro. Castro e le giovani leve hanno dato l’elettroshock a una squadra a terra, portando un punto quasi insperato dopo, appunto, la prima ora. Questo, però, da oggi non basta più.

Ci si aspetta un Bologna diverso: è lecito farlo

Il Como è sceso in campo con una voglia matta di aggredire la partita e portare a casa i tre punti. Il Bologna sembrava, invece, avere la testa altrove. Queste sono le impressioni, anche a freddo, se si guarda la prima ora di gioco a Como. I Rossoblù avevano l’onere di dare risposte significative dopo un inizio balbettante, dove si erano viste sì note positive, ma ancor di più note stonate.

Ieri, invece, trovare le note positive è stato difficile. Castro, appunto, insieme a Iling Junior e il solito Fabbian. Fine. Altro di positivo il Bologna non può portarlo a casa. Loro rappresentano quella reazione, ma a oggi non basta. Perché la vittoria in campionato serviva come il pane per scacciare i nuvoloni scuri sopra una squadra con fin troppe aspettative su di sé. Una vittoria che sarebbe dovuta servire come toccasana, pochi giorni prima dell’esordio in Champions League.

Si riparte dagli ultimi 20 minuti, invece. Ma stavolta, per davvero, prima che sia troppo tardi. Prima, è tutto da cancellare. Non c’è stato gioco. Non c’è stata contromisura a una pressione costante degli avversari. Non c’è stata organizzazione difensiva, nemmeno dopo il primo gol e i successivi brividi. Il Como trovava praterie con soli tre passaggi. Merito del loro lavoro, certamente. Demerito di un Bologna stordito, a dir poco.

Serve una svolta: non è necessaria, è vitale

Deve essere un Bologna diverso. Le soluzioni ci sono: non possiamo credere il contrario. Perché Vincenzo Italiano non è l’ultimo arrivato, e lo ha dimostrato. Ma, a oggi, la partita di Como ci lascia evidenti difficoltà. Lui stesso lo ha ammesso in conferenza stampa nel dopo gara: troppi, troppi errori. E qui, lui, può fare poco. Errori tecnici, i quali il pubblico di Bologna (in questo caso, in quel di Como), non erano più abituati a vedere, da tempo.

Perché questi errori, quindi? Poca concentrazione? Cosa affligge il Bologna in questo momento? Queste sono le domande che ci si pone all’indomani di una partita che tutti si aspettavano andasse non diversamente, ma proprio al contrario di quello che è stato.

Ora arriva la Champions League: competizione che, come dimostrato più volte da altre squadre, porta stimoli da sola. E crediamo sia questo il caso anche del Bologna. Si riparte dal Dall’Ara, davanti ai propri tifosi. Che sia una vera ripartenza però, non come quella vista a Como, che è stata una retromarcia. Il Bologna non è questo, e non può esserlo. Il valore della squadra non è questo. Ma solo i protagonisti, in primis, a doverlo dimostrare. Anche a costo di cambiare qualcosa. Sbagliare, ora, è sempre più pericoloso: non per gli obiettivi, ma, ancor prima per il morale di tutto l’ambiente.

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