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Gli ex e la Coppa del Bologna: fuori dal campo, ma sempre nel cuore

Il trionfo del Bologna in Coppa Italia è anche degli ex: sui social la festa continua, Ndoye e Castro li ricordano in diretta.

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Joshua Zirkzee e Riccardo Orsolini esultano a San Siro post Inter-Bologna, stagione 2023/2024
Joshua Zirkzee e Riccardo Orsolini esultano a San Siro post Inter-Bologna, stagione 2023/2024 (© Bologna FC 1909)

Ci sono notti che non si dimenticano. Notti che sanno di rinascita, di amore, di riscatto. Notti come quella di ieri, in cui il Bologna ha riscritto la storia, conquistando dopo 51 anni una Coppa Italia che sa di identità, di orgoglio. Alzare un trofeo nazionale è un’impresa. Farlo contro il Milan, in un momento in cui la squadra è già proiettata verso l’Europa che conta, è qualcosa di più: è la testimonianza che questo Bologna è una verità, una potenza che vuole resistere.

Bologna, tu che resti nei cuori (rossoblù)

Eppure, tra cori, lacrime, abbracci e bandiere, qualcosa ha colpito il cuore dei tifosi tanto quanto quel trionfo sul campo: i messaggi arrivati da lontano, dai ragazzi che ieri non erano a Roma, ma che quel Bologna lo hanno costruito, vissuto e amato.

Bonifazi, Karlsson, Urbanski, Calafiori, Zirkzee. Ex, sulla carta. Ma non nei cuori. Perché un giocatore può cambiare maglia, ma non può cambiare appartenenza emotiva. I loro post, i loro cuori rossoblù su Instagram, sono stati un gesto spontaneo e carico di significato. Hanno festeggiato da casa, come si fa con una famiglia che si ama anche quando non si vive più sotto lo stesso tetto.

E il Bologna, da vera famiglia, ha risposto. E lo ha fatto con parole calde, sincere, profonde. Nelle interviste post-partita, Ndoye e Castro non hanno esitato a ricordare e salutare Urbanski, Iling, Karlsson, Posch:

«Sono andati via a gennaio, ma fanno parte di questa famiglia».

Frasi che nascono da qualcosa che va oltre il calcio, oltre la tattica, oltre il risultato. Nascono da un gruppo che è stato plasmato negli ultimi due anni come una vera comunità di intenti, sogni e sudore condiviso.

Coppa Italia, il premio per una grande famiglia unita

Perché il Bologna è questo: un luogo che ti entra dentro, che ti abbraccia e ti cambia. Un club dove chi arriva non è mai di passaggio, ma entra in una dimensione umana prima ancora che sportiva. Qui si cresce, si sbaglia, si migliora. Si vince – finalmente – ma soprattutto si appartiene.

E quando ti ritrovi a dover salutare questa famiglia, non è mai un vero addio. È un arrivederci che sa di nostalgia, ma anche di gratitudine. Chi ha fatto parte di questo gruppo – chi ha contribuito, anche solo per un metro di campo o un sorriso nello spogliatoio – ha lasciato un’impronta indelebile.

Questa Coppa Italia non è solo un trofeo da esporre in bacheca. È un simbolo di continuità, un ponte tra chi c’era, chi c’è e chi ci sarà. Un trionfo firmato da Vincenzo Italiano, ma anche da chi è partito, da chi ha tifato da lontano, da chi non ha mai smesso di sentirsi parte di qualcosa di grande.

Perché a Bologna si vince insieme. E si appartiene per sempre.

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