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Bologna, il cerchio da chiudere

Lunedì sera la finale contro il Napoli: una sfida che riporta alla mente il dominio del 9 novembre e racconta tutta la crescita della squadra di Italiano.

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(© Bologna FC 1909)
(© Bologna FC 1909)

L’appuntamento è segnato in rosso sul calendario: lunedì alle ore 20 il Bologna si giocherà una finale contro il Napoli, in una serata che promette tensione ed emozioni fortissime per l’ambiente rossoblù. In palio c’è la possibilità di conquistare il secondo trofeo in sette mesi, un traguardo che avrebbe del clamoroso. Prima, però, servirà recuperare energie dopo le fatiche dell’ultima gara e prepararsi ad affrontare un avversario che arriva carico, reduce dalla semifinale vinta contro il Milan, ma con il ricordo ancora vivo della pesante sconfitta subita lo scorso 9 novembre.

Attesa che cresce

La finale arriva in un momento particolare della stagione, con il Bologna chiamato a confermare quanto di buono mostrato fin qui. Il Napoli, nel 2024, è stato anche la prima squadra a battere Vincenzo Italiano sulla panchina rossoblù, ma da quella sconfitta è iniziato un percorso di crescita costante. Lunedì il contesto sarà completamente diverso rispetto al campionato, ma l’obiettivo resta lo stesso: riproporre l’intensità e la personalità viste nella gara del Dall’Ara, quando i rossoblù dominarono gli azzurri sotto ogni aspetto.

Una gara diversa, stessa attesa

È chiaro che non sarà la stessa partita di novembre, né per gli uomini in campo né per il momento della stagione. Anche il Napoli di Conte si presenterà con interpreti differenti, ma la speranza dei tifosi bolognesi è che non cambi l’atteggiamento mostrato in quell’occasione. Allora il Bologna impose il proprio ritmo dall’inizio alla fine, costruendo una vittoria netta che ancora oggi rappresenta uno dei punti più alti della stagione.

Le scelte di Italiano

In quell’undicesima giornata di campionato Italiano confermò il suo 4-2-3-1, sorprendendo con Rowe sulla sinistra e Cambiaghi inizialmente in panchina, Orsolini sull’altra fascia e Dallinga come riferimento offensivo al posto di Castro. Odgaard agì alle spalle della punta, mentre in mezzo al campo la coppia era formata da Ferguson e Pobega. La linea difensiva davanti a Skorupski era composta da Holm, Heggem, Lucumí e Miranda. Lunedì sera l’undici sarà diverso, ma quell’impianto tattico resta un punto di riferimento.

Lo spavento iniziale

La partita del Dall’Ara non iniziò nel modo migliore per i rossoblù. L’infortunio di Skorupski costrinse Italiano a una scelta obbligata, senza Ravaglia disponibile in panchina. A entrare fu Pessina, accolto dal coro dei tifosi che lo spinsero come un guerriero verso l’esordio. La sua risposta arrivò al 19′, con l’unica vera parata sul destro di Elmas. Da lì in poi il Bologna prese campo, sfiorando il gol prima con Lucumí su calcio d’angolo, poi con un destro dalla distanza di Rowe e con un colpo di testa di Dallinga finito di poco a lato.

Il momento del cambio tra Lukasz Skorupski e Massimo Pessina durante Bologna-Napoli (©Damiano Fiorentini)

Il momento del cambio tra Lukasz Skorupski e Massimo Pessina durante Bologna-Napoli (©Damiano Fiorentini)

Il secondo tempo perfetto

La svolta arrivò dopo l’intervallo. Al 50′ Dallinga sbloccò il risultato, allungando la punta del piede su un pallone teso messo in mezzo dal neoentrato Cambiaghi. Il Napoli accusò il colpo e al 66′ arrivò anche il raddoppio: Lucumí trovò il suo primo gol in Serie A, colpendo di testa su un cross preciso di Holm sulla destra. Da quel momento il Dall’Ara fu una spinta continua, con il Bologna aggressivo, attento e sempre sul pezzo fino al fischio finale.

Thijs Dallinga in Bologna-Napoli 2-0 (©Bologna FC 1909)

Thijs Dallinga esulta per il gol del momentaneo 1-0 in Bologna-Napoli (©Bologna FC 1909)

Il Percorso

Quella vittoria va letta anche all’interno del cammino costruito da Vincenzo Italiano a Bologna. Il 25 agosto 2024 era arrivata la prima sconfitta sulla panchina rossoblù, proprio contro il Napoli: un 3-0 maturato con il gol di Di Lorenzo a fine primo tempo e quelli di Kvaratskhelia e Simeone nell’ultimo quarto d’ora. Dopo un avvio incoraggiante, il Bologna si era disunito, mostrando limiti tattici evidenti, soprattutto nella gestione della difesa alta e nei collegamenti tra i reparti. Quella gara, però, rappresentò una scossa decisiva: da lì sono nati il percorso in campionato, le soddisfazioni in Champions, e la vittoria della Coppa Italia. Lunedì sera, contro lo stesso avversario, potrebbe arrivare la chiusura del cerchio.

Fonte: Più Stadio, Davide Centonze 

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