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Bologna, la capolista delle rimonte

Bologna prima di tutti nelle rimonte in Serie A. Ma non era così ad inizio stagione: cambiamento di mentalità o gestione delle energie?

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Abbraccio di squadra dopo il gol - Bologna vs Lazio (credits to Damiano Fiorentini)
Abbraccio di squadra dopo il gol - Bologna vs Lazio (© Damiano Fiorentini)

Diciotto. È il numero che sintetizza, fino ad ora, l’evoluzione del Bologna in questa stagione.

Ad inizio stagione, il Bologna di Vincenzo Italiano mostrava una tendenza chiara quanto preoccupante: partiva con energia, approccio alto e idee chiare, spesso costruendo un buon primo tempo, ma col passare dei minuti perdeva lucidità, subendo il ritorno degli avversari proprio nel momento più delicato della gara. I numeri dei primi mesi raccontavano di punti gettati via nel finale, di un’intensità iniziale non sostenibile per tutti i 90 minuti. Era, in un certo senso, una squadra brillante ma ancora acerba nella gestione dei momenti della partita.

Il Bologna e il suo cambio di rotta

Oggi, 35 giornate dopo, il quadro si è ribaltato. Non solo il Bologna ha corretto quel limite, ma ha costruito attorno a questa evoluzione uno dei suoi punti di forza, un aspetto che fa tremare anche le grandi. Lo dice un dato che, a questo punto del campionato, è tutto fuorché casuale: nessuna squadra in Serie A ha recuperato più punti del Bologna da situazione di svantaggio. Sono 18, più di Atalanta, Milan, Roma, Napoli. Più di chiunque nella massima serie italiana.

Bologna-Juventus: l’emblema della tendenza alle rimonte

L’ultimo esempio domenica sera, in un Dall’Ara colmo di entusiasmo e tensione da obiettivo grande: sotto 0-1 con la Juventus alla fine del primo tempo, i rossoblù hanno ribaltato ritmo, spirito e inerzia nella ripresa, trovando l’1-1. E così è accaduto per altre 17 volte perfino in trasferta in situazioni sfavorevoli. Sempre lo stesso copione: un primo tempo di studio o difficoltà, un secondo tempo di risposte.

Se prima sprecava tutto nei primi 60 minuti per poi cedere alla pressione, ora la gestisce. Dosa le energie. Aspetta il momento giusto per colpire. È un Bologna più paziente, più sicuro di sé. E soprattutto più cosciente dei propri mezzi.

Ma c’è anche una chiave tattica, e forse perfino emotiva, in questo andamento. Vincenzo Italiano ha trasmesso alla squadra la fiducia per sapere che la partita è lunga. E che anche se si va sotto, non è finita. Anzi, comincia un altro tipo di partita. Non è casuale che gran parte delle rimonte siano arrivate contro avversarie di rango. Segno che il Bologna sa tenere botta, sa soffrire. E poi reagire.

Questo cambio di marcia rappresenta, a tutti gli effetti, una nuova fase del percorso rossoblù. E qui sta il cuore della questione (discussa anche nell’ultima puntata di 1000 Chiacchiere Rossoblù): è cambiata la distribuzione delle energie o è cresciuta la mentalità? Probabilmente entrambe le cose. Ma è la testa, più delle gambe, a decidere come correre. E oggi, quando il Bologna corre, lo fa con una consapevolezza che prima non c’era. Una consapevolezza, che adesso hanno anche le big di Serie A.

Mentre la stagione volge al termine e la corsa alla Champions League diventa sempre più serrata, il dato dei punti recuperati da svantaggio racconta una verità: non è solo il Bologna che ha imparato a vincere. È un Bologna che ha imparato a non perdersi.

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