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Bologna, Saputo: “Accetto le critiche, ma solo quelle del campo”

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Pietro Pieralisi

Come comunicato ieri dal Bologna, stamattina si è svolta la commemorazione per Arpad Weisz, con Claudio Fenucci, l’assessore allo sport Matteo Lepore e il Presidente della Comunità Ebraica, Daniele De Paz e Joey Saputo in prima fila. Inizialmente, a parlare alla stampa sono stati i primi tre, che – sotto la targa dedicata all’ex allenatore – hanno voluto ricordare i valori sportivi che si devono tramandare per fare in modo che ciò che è successo ai 6 milioni di ebrei, non succeda più.

Matteo Lepore, assessore allo sport
“Weisz non era italiano, ma ha scelto l’Italia per lasciare un segno importante. Fa parte di quei giovani che hanno avuto successo in un Bologna trionfante. Ha portato lustro, ha abitato qui vicino e ha lasciato un segno importante. Ha finito i suoi giorni ad Auschwitz , ma abbiamo avuto notizie grazie all’impegno delle scuole, dei professionisti della comunicazione, che stanno realizzando anche nuovi documentari. Per questo abbiamo deciso di dedicargli una targa e la curva San Luca. Anche se questo stadio viene rinnovato, rimarranno sempre simboli e memoria. Il 2019 è importante per l’Europa perché i cittadini devono essere contro ogni razzismo e gli sportivi devono riunirsi. Aiutateci a portare avanti i valori”.

Daniele De Paz, Presidente della Comunità Ebraica
“Appuntamento a cui non si può mancare, anche se non ci sono i protagonisti che hanno fatto un’azione eccellente: gli studenti che hanno scritto a Merola per dare la curva a Weisz. Credo sia un valore importante perché in questo luogo si da una precisa posizione nello sport: ricordarci che l’indifferenza è più colpevole della violenza. Oggi più che mai definisce il muro a cui dobbiamo opporci. Oggi, quello che 80 anni fa accadeva, Mussolini definiva una politica contro la vita privata di ogni cittadino e promulgava le leggi che tolsero a Weisz e la cittadinanza tricolore agli italiani. Voglio ringraziare tutte le istituzioni che hanno realizzato questo”.

Claudio Fenucci, amministratore delegato
“Lo stadio conserverà i valori, ma non bastano occasioni a celebrarlo come questa perché il Bologna ha come principi etici quello di educare l’avversario, rispetto per l’altro fuori e dentro al campo. Insieme alle altre componenti, abbiamo il compito di vincere questa sfida”.

Il presidente canadese, invece, ha parlato della situazione della squadra all’interno del bar sotto la curva distinti.

Parliamo della situazione attuale. Credo che anche tu non possa essere contento della classifica e di come stanno andando le cose. Avevi promesso tanti fatti, ma dal giorno del tuo video non si è visto nulla: i tifosi si chiedono se mancano le risorse o se – magari – qualcuno non sta lavorando come tu magari speravi.
“Prima di tutto,abbiamo visto che abbiamo fatto certe trattative per aiutare a rinforzare la squadra, e stiamo ancora lavorando come avete visto. State scrivendo anche voi delle altre possibilità che abbiamo per portare i giocatori qui. Il mercato di gennaio è sempre difficile, però non è per la mancanza di risorse. Il mercato è ancora aperto, stiamo lavorando. Non manca la volontà di farlo”.

Qual è la cosa che ti ha fatto rimanere più male?
“Pensavo in risultati migliori rispetto a quelli di adesso. Ovvio che un tifoso non possa essere contento e pensavo che la situazione sarebbe stata migliore. Abbiamo un piano, dobbiamo continuare su questo. Vero che abbiamo fatto due passi indietro per farne uno avanti, ma non è che mancano finanziamenti o volontà”.

Facile dirlo dopo certe scelte…
“La cosa importante è che cercherò di avere più fatti, ma questo non vuol dire che abbassiamo le mani. Sappiamo gli errori che abbiamo fatto”.

Nelle partite che ha visto fin qui, quante volte ha visto il Fire&Desire che si aspettava?
“Diciamo che la maggior parte delle partite, la squadra non molla. Il livello Fire&Desire si basa sul fatto che quando perdevamo gli anni scorsi, la squadra mollava; quest’anno, anche quando perdiamo si vede che la squadra non lo fa fino alla fine. Per me quello era il Fire&Desire, però è chiaro che dentro ci devono essere anche vittorie”.

Posso chiederti il valore di squadra e allenatore?
“Non dico solo giocatore o solo allenatore, ma nella totalità: ci aspettavamo di più”.

Avevi detto che il piano doveva cambiare, ma anche i dirigenti sono dentro questi discorsi a giugno?
“A livello di cambiamenti, vedremo a giugno dove saremo, quando prenderò la decisione. Quando dicevo che le cose cambieranno, intendevo che le nostre abitudini lo faranno. Dobbiamo pensare che non sia una squadra di Serie B, ma di Serie A. Deve cambiare l’atteggiamento”.

Avendo lasciato la presidenza del Montreal, pensa che sarà più a Bologna?
“La scelta di lasciare la presidenza al Montreal è stata una decisione a cui stavo pensando. Sono un presidente anche di altre compagnie. Al Montreal, era più per passatempo e non per business: ora non ho più tempo. Nonostante non sia qui, comunque grazie anche a Fenucci sto vedendo come procedono le cose. Ma non è che ho lasciato la presidenza a Montreal e ora vengo qui”.

Cosa pensa dei pensieri dei tifosi, in riferimento ai dirigenti?
“Ascolto le critiche sportive dei tifosi perché hanno il diritto, però a livello di come gestisco la squadra non posso accettarle. Ho messo certe gente in quel posto per lavorare, anche se capisco la delusione”.

I tifosi sono preoccupati se è ancora innamorato di Bologna o del Bologna.
“Io sono qui e ho detto dall’inizio che è importante riportare la squadra ad un certo livello. Anche a Montreal: non è che mollo la presidenza e non sono più innamorato. La stessa cosa qui a Bologna. Ogni domenica guardo le partite e, se c’è la sconfitta, per me è un brutto giorno”.

Se fosse stato più presente a Bologna, le cose sarebbero state diverse?
“No, non credo. Non conta il fatto che io sia più presenti o meno. Ho messo persone apposta per lavorare”.

In che termini ci sono costi da squadra di metà classifica, mentre sul campo c’è un altro rendimento?
“Come ho detto, se ho capito la domanda, abbiamo messo in corso un piano di riportare la squadra a un certo livello. Tutto quello che abbiamo speso fino adesso, non ci dà ragione di dove vorremmo essere. Come tutti i business, a volte devi prendere e tornare un po’ indietro. Ora siamo qui, e dobbiamo andare avanti”.

Quindi la fiducia nei dirigenti è rimasta uguale?
“Dobbiamo guardarci ogni giorno allo specchio e vedere ciò che stiamo facendo. A livello della situazione di oggi, è vero che non sono contento della situazione”.

Lei ha detto che la retrocessione non è un’opzione, ma cosa farà nei prossimi giorni di mercato perché non lo sia?
“Stiamo guardando le posizioni che possiamo migliorare. Alcuni nomi sono usciti per aiutare la situazione e speriamo possa arrivare qualcuno a migliorarla”.

La fiducia verso Inzaghi c’è ancora?
“Tutti l’hanno detto: abbiamo fatto degli errori e ora dobbiamo assicurare che possiamo assicurare questa situazione. Pippo sta facendo di tutto”.

La partita di domenica può essere decisiva?
“Pensiamo alla partita, poi vi faccio sapere lunedì”.

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