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A Bologna tornerà un nuovo Ferguson

Il gol con la nazionale scozzese ha fatto riassaporare al capitano rossoblù il piacere di segnare: è tornato lo spirito “Braveheart”.

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Lewis Ferguson esulta dopo il gol del 2-1 in Scozia-Grecia (© Scotland National Team)
Lewis Ferguson esulta dopo il gol del 2-1 in Scozia-Grecia (© Scotland National Team)

Nella giornata di domani faranno rientro a Casteldebole i primi rossoblù che sono stati impegnati con le proprie nazionali nelle gare di qualificazione al Mondiale. Parliamo di Orsolini, Cambiaghi, Moro, Skorupski, Vitik e Ferguson. Tra questi, quello che ritornerà sotto le Due Torri con uno spirito completamente diverso è proprio lo scozzese.

Il primo gol di Ferguson con la Scozia 

Lewis Ferguson è andato a segno giovedì nella tripletta della Scozia inflitta alla Grecia (3-1). Per il capitano rossoblù si tratta della prima rete con la nazionale nonché il coronamento di un sogno che aveva sin da bambino. Oltre al gol, la grande soddisfazione è stata vedere il fuoco riaccendersi negli occhi glaciali dello scozzese.

Lewis Ferguson esulta dopo il gol del 2-1 in Scozia-Grecia (© Lewis Ferguson via Instagram)

Lewis Ferguson esulta dopo il gol del 2-1 in Scozia-Grecia (© Lewis Ferguson via Instagram)

Un fuoco, che per troppo tempo è stato spento e che ha fatto terminare un lungo digiuno: «Mi sembrava di non segnare da così tanto tempo che è stato bello vedere il pallone entrare in rete» ha detto Lewis al termine della gara.

E difatti, lo scozzese non ha tutti i torti. L’ultima rete da lui realizzata risale al rigore tirato in Bologna-Roma della scorsa stagione. Mentre se non consideriamo i tiri dal dischetto, allora dobbiamo cercare ancora più indietro, nella stagione 2023-24. Un’annata che per il capitano è stata al tempo stesso grandiosa e disastrosa.

Ferguson: 6 gol nella stagione 2023/24 poi… l’infortunio

Lewis Ferguson, capitano, nell'ultima partita giocata della scorsa stagione (© Damiano Fiorentini)

Lewis Ferguson e l’infortunio in Bologna-Monza (© Damiano Fiorentini)

Sotto la guida di Thiago Motta, Ferguson lotta sulla trequarti con lo spirito di un vero highlander e segna, tanto. Il capitano realizza un totale di 6 gol e molti di questi in partite importanti come le trasferte contro Juventus e Atalanta. Ogni gara è per Ferguson una battaglia fino a che, in una giornata di aprile, anche il più valoroso dei soldati è costretto a fermarsi.

 

Durante Bologna-Monza giocata il 13 aprile infatti, Ferguson esce al 62′ per un problema al ginocchio in seguito ad un contrasto con Brindelli. Lewis dice ai medici di aver sentito qualcosa, un brutto rumore, ma esce comunque sulle sue gambe. Bologna spera, ma il giorno dopo arrivano i risultati delle analisi: rottura del legamento crociato. Stop fino al termine della stagione e addio ad Euro 2024 con la Scozia.

Il ricordo dell’infortunio è troppo vivo: manca lo spirito Braveheart

Lewis Ferguson festeggia con la Coppa Italia (© Bologna FC 1909)

Lewis Ferguson festeggia con la Coppa Italia (© Bologna FC 1909)

Dopo l’intervento, Ferguson torna immediatamente al lavoro sotto la guida del nuovo allenatore Vincenzo Italiano: è, come ha raccontato lui stesso la “scottish mentality“. A novembre finalmente calca il campo, ma qualcosa è cambiato rispetto al passato.

 

Non è soltanto la forma fisica è il ricordo vivo dell’infortunio: lo scozzese è più cauto nei contrasti e non è più incisivo in zona gol. Per questo, Italiano preferisce cambiargli ruolo facendolo arretrare nel cuore del centrocampo.

È venuto a mancare lo spirito da Braveheart che è ritornato solo al termine della stagione, nella finale di Coppa Italia. Contro il Milan, Ferguson ha dato veramente tutto, tornando a casa non solo con la coppa, ma anche con una botta al naso.

Lewis, Bologna non vede l’ora di urlare il tuo nome

Non ci sono dubbi che il gol realizzato con la Scozia porterà grandi vantaggi anche al Bologna. Ora che il capitano ha riassaporato il gusto del gol, ha acquisito una nuova consapevolezza e ripreso fiducia. E soprattutto, si è reso conto di tutto ciò che l’infortunio gli ha portato via.

Al rientro al Niccolò Galli ci sarà da faticare perché tre trasferte attendono il Bologna, ma i felsinei possono fare ancora grandi cose, per di più se guidati da un condottiero che indichi la strada anche quando le cose si complicano.  L’highlander sta tornando e il Dall’Ara non vede l’ora di poter urlare di nuovo il nome del suo capitano.

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