Bologna FC
Calciomercato Bologna “Vintage” – Gaby Mudingayi
Nel cuore degli anni Duemila, il club felsineo chiuse un’operazione di mercato che coinvolgeva il mediano belga di origine africana, noto per la sua grinta inesauribile e per l’intensità con cui interpretava ogni partita

Arrivato nell’estate del 2008 sotto le Due Torri, Gaby Mudingay è il protagonista del quarto episodio di “Calciomercato Bologna Vintage”. Un mediano concreto, generoso e instancabile che ha lasciato il segno non solo per cosa ha fatto, ma anche per come lo ha fatto: grinta, umiltà e rispetto per la maglia.
L’identità ritrovata nella corsa di un mediano
Gaby Mudingayi arrivò a Bologna il 17 luglio 2008 (un mese prima dell’arrivo di Di Vaio), dalla Lazio, per 6 milioni di euro, dopo una lunga e silenziosa trattativa condotta sotto traccia. Nei suoi primi passi sul manto erboso del Dall’Ara, fu accolto con curiosità ma senza clamore. Eppure, in campo, bastarono poche partite per notare un cambiamento. Il Bologna aveva ritrovato qualcosa che sembrava perso: un’identità fatta di sacrificio, corsa e appartenenza.
Il suo arrivo fu simbolico: non fu solo un colpo riuscito, fu l’inizio di un ciclo identitario, dove la grinta e il cuore pesavano quanto i gol.
Un leader senza fascia
Gaby Mudingayi è stato uno dei colpi più azzeccati del Bologna post-promozione. Ha collezionato 128 presenze in Serie A, diventando una colonna insostituibile del centrocampo rossoblù. Numeri che descrivono a pieno il suo stile di gioco: nelle quattro stagioni in Serie A, come riporta fbref.com, ha totalizzato 114 “90s” (presenze in campo per tutti i 90’) e 352 falli commessi. In più, in ogni stagione non è mai andato sotto le 29 presenze, per sottolineare la continuità di rendimento del centrocampista di origini congolesi.

Gaby Mudingayi (@Bologna FC)
Numeri da leader tecnico e mentale, pur senza la fascia al braccio. La sua presenza in campo garantiva equilibrio, aggressività e spirito di sacrificio: qualità che hanno fatto di lui il simbolo di un Bologna operaio ma mai arrendevole. Con il suo lavoro oscuro, ha dato sostanza e identità a una squadra spesso in lotta, ma sempre viva.
L’arrivo di Mudingay: un po’ di sostanza per il Bologna
I valori nel calcio di oggi sono molto cambiati rispetto a qualche anno fa. Rispetto alla vasta distribuzione della tecnica negli odierni “starboy”, prima si prediligeva più la quantità alla qualità. L’acquisto di Mudingayi da parte del Bologna ne è un esempio. Dopo il ritorno dei felsinei nella massima serie, la nuova dirigenza guidata dalla famiglia Menarini, capì che bisognava impegnarsi sul mercato per potersi confermare anche nel nuovo livello.
Non è stato un mediano canonico, che palleggiava in mezzo al campo come un regista o un fantasista.

Gaby Mudingayi, il mediano di rottura che serviva al Bologna (@Bologna FC)
Non era quello che serviva ad una neopromossa come il Bologna. «Mediano di formidabile tempra fisica, grande recuperatore di palloni» come lo definisce la stessa squadra sul sito. Nonostante un campionato sofferto sin dalle prime giornate, alla fine il suo acquisto si è rivelato fondamentale per la salvezza, conquistata all’ultima giornata sul Torino. Così Gaby Mudingayi è diventato un punto fermo del Bologna di quegli anni.
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