Bologna FC
Calciomercato Bologna “Vintage” – Roberto Baggio
Quando il campione azzurro decise di rimettersi in gioco sotto le Due Torri, nacque una delle pagine più affascinanti della storia calcistica rossoblù.
La rubrica Calciomercato Bologna “Vintage” ha oltrepassato il giro di boa, con il racconto di alcuni degli acquisti più simbolici della storia del Bologna FC. Dai gol di due bomber storici, come Signori e Andersson, ai primi passi di un uomo che ha fatto di Bologna il proprio presente, come Marco Di Vaio. Dalle magie di Kolyvanov e Diamanti, fantasisti che hanno incantato il Dall’Ara a suon di giocate, a quello che probabilmente è il miglior portiere rossoblù del secolo: Gianluca Pagliuca. Infine, centrocampisti che, con impegno, sacrificio e passione, si sono guadagnati un posto speciali nel cuore dei tifosi, come Mudingayi e Diego Pérez.
Ma la lista non è finita qui. L’episodio di oggi sarà, per molte persone, il più importante della rubrica. Per la sua importanza nel passato e nel presente del Bologna, l’acquisto di Roberto Baggio assumerà una posizione di rilievo in mezzo alle altre leggende rossoblù.
‘Divin codino’ a Bologna
Nell’estate del 1997, i felsinei, da neo-promossi, hanno appena concluso il campionato di Serie A al settimo posto, mancando per un posto l’accesso all’Europa, e sono usciti dalla Coppa Italia in semifinale. Ci sono i presupposti per migliorare ancora di più questi risultati, ma, per farlo, c’è bisogno di qualche rinforzo.
In quegli stessi mesi di fermento, il mister Fabio Capello, promesso sposo del Milan, aveva chiarito alla dirigenza rossonera la volontà di cedere Roberto Baggio, 30enne e non più con l’energia e la classe di un tempo. All’uscita della notizia, si fecero avanti le prime squadre, ma quella più avanti nelle trattative fu il Parma di Ancelotti. L’allenatore italiano, tuttavia, si oppose, sostenendo che Baggio non fosse compatibile con il sup schema tattico ideale (il 4-4-2). Allora si fece avanti il Bologna del presidente Gazzoni: dopo settimane di trattativa, realizzò il sogno di portare Divin Codino sotto le Due Torri, versando a Berlusconi 5,5 miliardi di lire. Scelse come numero di maglia il 10, con la volontà di dimostrare a tutti che l’era di Baggio non era ancora volta al termine.
Roberto Baggio (©Bologna FC)
Una stagione da superstar
I numeri diedero ragione a Roberto Baggio. Nella Serie A 1997/98 segnò 22 gol, il suo record personale, a cui ne va aggiunto uno realizzato in Coppa Italia. Anche se il campionato non iniziò bene – poco prima di Natale si trovava in zona retrocessione – chiuse il campionato all’ottavo posto con 48 punti, 4 in più del Milan. Quel piazzamento valse la qualificazione alla Coppa Intertoto di quell’estate (vinta successivamente dai rossoblù).
Sfortunatamente, la parentesi rossoblù si consumò in una sola stagione. Nonostante il club spingesse per la permanenza del numero 10, proponendogli un contratto a lunga scadenza, il passaggio all’Inter di Moratti e Ronaldo rappresento la possibilità concreta di tornare a confrontarsi con le massime ambizioni del calcio italiano e internazionale. Ma non solo. L’allenatore del Bologna fu Renzo Ulivieri, che con Baggio non ha sempre mantenuto un ottimo rapporto. Dalla minaccia di dimissioni fino all’esclusione del fantasista per la partita con la Juventus, Divin Codino ha sempre ricevuto il sostegno della tifoseria.
Reduce da un Mondiale da fuoriclasse, Baggio era tornato a brillare. Moratti si presentò con 4 miliardi da Gazzoni per portarlo all’Inter.
Roberto Baggio saluta i tifosi del Dall’Ara (@Bologna FC)
Il patron del Bologna non si oppose: sapeva che quell’anno sarebbe rimasto scolpito per sempre nel cuore dei tifosi rossoblù.
Baggio-Andersson-Kolyvanov: un trio stellare a Bologna
Anche se il Bologna in cui arrivò Roberto Baggio fu una squadra di metà classifica, in attacco dispose di un trio che la curva Bulgarelli difficilmente dimenticherà: Baggio-Kolyvanov-Andersson, che sboccerà definitivamente con il passaggio al 3-4-3.
Roberto Baggio in azione con la maglia rossoblù (© Bologna FC)
L’attaccante di Caldogno fu il faro della squadra, un trascinatore: l’intesa con i due compagni di reparto fu istintiva e letale per le difese avversarie.
Quel tridente segnò 43 gol dei 55 stagionale dell’intera squadra (il 78%). Hanno messo in scena al teatro Dall’Ara un vero e proprio spettacolo che, sfortunatamente, durò una sola stagione. In cui ci furono delle partite che rimarranno a lungo nei pensieri dei tifosi presenti quell’anno: ad esempio, il 5-1 al Napoli e il 3-0 al Milan, in cui il Divin Codino segnò addirittura una doppietta.
Roberto Baggio a Bologna è stato molto più di un campione: un simbolo di talento e passione che ha trasformato il gioco in emozione pura, lasciando un segno indelebile nel cuore dei tifosi. Quel momento unico resterà per sempre una pagina gloriosa nella storia rossoblù e nel mito del Divin Codino.
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