Bologna FC
Cambiaghi: «É un sogno ma deve essere anche un punto di partenza»
Tutta l’emozione per la prima convocazione in nazionale dell’esterno rossoblù, intervenuto in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano
Dopo gli impegni dello scorso settembre, Gennaro Gattuso (commissario tecnico della Nazionale) mantiene le premesse e le promesse già notate nella precedente convocazione. Un mese fa, arrivò la prima chiamata ufficiale per Fabbian, Pio Esposito e Leoni. Questa volta tocca ad altre tre matricole: Cambiaghi, Piccoli e Nicolussi Caviglia.
Le prestazioni dell’esterno rossoblù sono state determinanti. L’ala sinistra ne parla in prima persona, in conferenza stampa, dal ritiro della nazionale italiana: «Essere qui é motivo di grande orgoglio, é il premio ai tanti sacrifici che ho fatto. É un sogno, ma deve anche essere un punto di partenza. Cercherò di godermela al massimo e dare tutto per questa maglia».
Il percorso e la crescita post-infortunio
Cambiaghi tocca tanti altri temi, ringrazia il suo attuale allenatore e parla del passato, recente e remoto: «Devo tanto a mister Italiano, mi ha voluto fortemente ed é stato paziente ad aspettarmi. Lo scorso anno sono rientrato in maniera molto positiva. Il gol di domenica mi dà una grossa spinta e ancor più serenità, ma penso che il segnare derivi dalla prestazione e dalla costanza nel fare le cose, non é mai stato per me un chiodo fisso».
Cambiaghi esulta per il primo gol in rossoblù durante Verona-Bologna (© Bologna FC 1909)
Berlino 2006
E ancora, i momenti felici e amarcord di un’eternità fa: nelle ultime ore, é infatti circolata una foto che ritrae Cambiaghi insieme a suo padre, sugli spalti dell’Olympiastadion, nel giorno della finale del Mondiale 2006, quello vinto dagli azzurri. «Resta un’emozione indelebile, ho dei ricordi vaghi ma che rimarranno sempre nel mio cuore». All’epoca, il ragazzo aveva solamente 6 anni.
Il duro lavoro
19 anni dopo, entra a far parte del gruppo degli azzurri per la prima volta: Cambiaghi ha oltrepassato la porta di Coverciano senza dimenticare i sacrifici fatti per essere arrivato così in alto: «Quando sono uscito dalla primavera dell’Atalanta avevo bisogno di fare esperienza e le stagioni che ho fatto in prestito sono state importanti, senza tutti quei giri in Serie B e in Serie A oggi non sarei qui. Una volta usciti dal settore giovanile credo sia giusto farsi le ossa e continuare a lavorare». L’emozione e l’orgoglio per essere arrivato in Nazionale, non fermerà la crescita dell’esterno italiano. Il duro lavoro e la mentalità, stanno accompagnando il ragazzo a prendersi le sue personali rivincite.
Fonte – FIGC
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