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Cambiaso alla Gazzetta: «Al talento abbiamo abbinato gioco e sangue freddo. Adesso dobbiamo martellare»

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Molti, nelle ultime partite, avranno incominciato a pensare che, finalmente, quello che stanno vedendo è il vero Andrea Cambiaso: un giocatore che, nella scorsa stagione, ha messo a referto un gol e quattro assist in 28 presenze totali tra campionato e Coppa Italia. Le prestazioni fornite, però, andavano oltre i numeri, ed è per quanto visto nel complesso che la Juventus ha deciso di investire 8,5 milioni più bonus per lui. Un giocatore che dava l’impressione di padroneggiare la fascia a suo piacimento, indipendentemente quale essa fosse: lo trovavi prima in attacco, poi in ripiegamento difensivo, e ancora così, per tutta la partita. La Juve, in estate, accetta di darlo in prestito al Bologna che si era già informato sul ragazzo precedentemente. Un prestito senza clausola di riscatto, che però dava al Bologna la possibilità immediata di avere in rosa un potenziale crack.

Dopo una prima parte di stagione che ha visto prestazioni altalenanti da parte del classe 2000, in questa ripresa post mondiale sembra aver cambiato marcia, e nelle ultime vittorie c’è molto dell’Andrea visto nella stagione scorsa, con partite di sostanza e qualità, sintomo di una ritrovata fiducia nei propri mezzi, grazie anche l’aiuto ricevuto dall’esperto De Silvestri, ma soprattutto del lavoro del suo tecnico, quel Thiago Motta al quale Cambiaso riconosce un merito in particolare: «Di aver creato appunto una grande connessione fra 22-23-24 ragazzi. Siamo un gruppo sano fra giovani ed esperti. In quest’ultima “categoria” cito Lollo De Silvestri, persona incredibile: per quanto mi riguarda ha rappresentato l’aiuto più grande, tecnico e anche mentale, che ho avuto quando ad inizio anno non riuscivo a ingranare. Ha un senso comunicativo enorme». Cambiaso nel tecnico italo-brasiliano rivede un certo Josè Mourinho nella metodologia di gestione del gruppo, partendo dalla ultima dichiarazione di Motta post Bologna-Inter in cui diceva di potersi buttare nel fuoco per loro e viceversa: «L’ha spiegata bene la situazione: confermo. Ha creato una squadra che gioca da squadra. A volte mi è capitato di chiacchierare con giocatori che hanno avuto o conosciuto Mourinho: ritrovo Motta nei racconti su Mou, certi concetti legati al gruppo potrebbe averli assorbiti dal suo tecnico del Triplete». La mentalità del tecnico, che in carriera ha dimostrato di essere un vincente, è la stessa che Cambiaso e compagni stanno cercando di assorbire, lavorando partita per partita e che per ora sta portando risultati: «[…] Motta dice spesso che serve pensare alla partita successiva, frase che sembra intrisa di banalità. Ma solo apparentemente sa di concetto scontato: perché bisogna pensare all’oggi, il domani ne è una conseguenza».

Cambiaso, sin dal suo arrivo, sapeva di entrare in un collettivo che aveva prospettive e potenzialità diverse dalle zone in cui si trovava ad inizio stagione, e già in ottobre era sicuro che la posizione occupata non rispecchiava la realtà della squadra: «Ne sono sempre stato convinto: perché al talento abbiamo abbinato, appunto, gioco e sangue freddo. E coesione forte». Un gruppo, quello del Bologna, che ha riscoperto l’arte dell’adattarsi ad ogni situazione e, singolarmente, ad ogni ruolo, ritornando a dare meriti a chi il gruppo lo guida: «Mi piace come idea. Credo che il calcio del futuro sia proprio questo: non definibile dai ruoli ma dalle posizioni. Chiaro che Arnautovic non lo metti a fare il portiere e Orsolini il centrale difensivo, ma il concetto dei ruoli inchiodati sta scomparendo. È giusto parlare di collocazioni. Motta, in questo senso, forse sta precorrendo i tempi». Il 50 Rossoblù ha voluto fare un inciso sul suo possibile rientro anticipato del quale si vociferava a gennaio, dicendosi contento di come siano andate le cose: «Non ho mai espresso la volontà di andarmene. Mai. Poi so che ne hanno parlato, ma il Bologna ha detto no. E sono contento così». Non si è voluto nemmeno sbilanciare sul futuro, segno che il ragazzo ha la testa solo sul Bologna attualmente: «Parlare ora di ritorni, rinnovi del prestito o altro, è fantacalcio. Nel senso di prematuro».

Ad oggi il Bologna naviga a vista Europa e il pensiero inevitabilmente aleggia sopra le teste degli interpreti di questo viaggio, anche se a esplicita domanda di pronunciare solamente la parola il laterale Rossoblù risponde così: «No. Anche perché è adesso il momento di non adagiarsi. Ed è adesso che bisogna cominciare a martellare».

Fonte – Matteo Dalla Vite, La Gazzetta dello Sport

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