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Bologna

Canta che ti passa: Il mio secondo tempo – 4 Giu

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Valentino Orsini


Finché un bel giorno mi sono accorto che
bisognava decidere. […]
Non è il momento, non è il momento di scherzare:
qui c’è un casino, casino di cose da fare.

L’abbiamo detto, l’abbiamo capito: rifondazione no, rivoluzione sì. Via ciò che non ha funzionato, dentro il nuovo che dovrà dare il là all’universo rossoblù. Il processo si sta attuando. Sapevamo che il mercato sarebbe stato autofinanziato, quindi bisogna ammettere la bravura della premiata ditta Bigon-Di Vaio, molto probabilmente incalzati dalla lista della spesa consegnata da Inzaghi.
Via Verdi, quindi? “Nessun” problema, sotto le Due Torri sono arrivati ben sei nuovi acquisti. Quanti ne abbiamo visti giocare? Solo Falcinelli e Skorupski, probabilmente, ma la regola che vige è sempre quella: la resa dei conti non si fa a fine mercato, bensì a ottobre-novembre, quando si capirà se chi è arrivato si è dimostrato all’altezza. C’è un casino di cose da fare perché la piazza mugugna insoddisfatta (non tutta, fortunatamente); ma l’impegno da parte della società, ribadiamolo, c’è stato, ergo non può essere messa in discussione, almeno sul piano degli acquisti.

Buttare tutto, buttare quello che fa male.
O perlomeno, buttare quello che non vale.
Non vale niente o non vale almeno un’emozione,
se non vale mi devo sbrigare.

Come nei film: chi non fa più parte del progetto, metta le sue cianfrusaglie nel contenitore di cartone e vada altrove. Non c’è tempo per sentimentalismi o rimpianti, come quelli di Verdi e Masina. Grazie ragazzi per ciò che avete fatto, ma ora ognuno vada per la propria strada. D’altronde la piazza esige, ma per esigere bisogna leggere i dati nero su bianco: il Bologna, com’è alla luce del sole, “non può spendere 20-25 milioni per un giocatore” (Fenucci dixit) perché c’è anche un bilancio da risanare. I piani alti societari, quindi, la scorsa settimana sono volati da Saputo per fare il bilancio di fine stagione. Risultato: il chairman ha ripianato un debito con 10-15 milioni di tasca propria. Fatto sta, ora, che deve uscire dalla cassa ciò che entra, e non ci sono pezzi pregiati che hanno gran mercato. Eccetto Pulgar, magari, ma alzi la mano chi ne farebbe a meno. L’unica soluzione è comprare al mercatino delle pulci, dove si possono trovare anche buone occasioni come Skorupski o Falcinelli, quest’ultimo con la speranza che possa aiutare a migliorare (ATTENZIONE: MIGLIORARE, NON RISOLVERE) il problema del gol, visto che Di Francesco non è proprio un attaccante d’area.

C’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
perché io un po’ mi sento come all’inizio dello show.
Perché è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perché io già lo sento: sarà splendido.

Inizio dell’era Inzaghi, modifica seppur minima del colore dello stemma, cambio di capitano, sostituzione massiccia di varie pedine, probabile inizio del restyling del Dall’Ara. Insomma, il tifoso un po’ più acuto si è accorto che è iniziato il secondo tempo del Bologna, quello che ti fa sentire come all’inizio dello show e, per questo motivo, vuole goderselo.
Ah, a proposito di tifosi: quello bolognese è un gran chiacchierone. Perché se alla fine del primo giorno disponibile per il rinnovo degli abbonamenti si registrano un migliaio di tagliandi, vuol dire che scripta manent verba volant. Abitudine o prova di coraggio? Poco importa, il seggiolino l’ha già bloccato nuovamente. Tutto questo per il secondo tempo, quello che eliminerà le scorie del primo.

 

(Il mio secondo tempo – Max Pezzali)

 

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