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Come gioca il Cagliari di Davide Nicola? Tra eredità e rivoluzione

Il Bologna ritrova i sardi dopo la sfida persa a gennaio, ma la squadra isolana è molto cambiata

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Davide Nicola e Nicolas Viola, tecnico e giocatore del Cagliari
Davide Nicola e Nicolas Viola (© Cagliari Calcio)

Lo scorso anno alla Unipol Domus di Cagliari andava in scena una delle peggiori prestazioni della stagione del Bologna di Thiago Motta. La sfida terminò 2-1 per i sardi, sottolineando il piccolo momento di appannamento da cui i rossoblù dell’ex tecnico italo-brasiliano presero la rincorsa per una seconda parte di stagione da urlo.

In quell’occasione, i rossoblù vinsero con grinta, determinazione, con la strategia e la tattica di mister Claudio Ranieri che con una gara di contenimento e ripartenza, sfruttò due occasioni e si portò a casa l’intera posta in gioco.

Nove mesi più tardi Cagliari e Bologna si ritrovano una contro l’altra sempre alla Unipol Domus del capoluogo sardo. Tuttavia si ritrovano due squadre completamente diverse. Sulla panchina degli emiliani, come noto, c’è Vincenzo Italiano e su quella del Cagliari, invece, c’è Davide Nicola.

Un Cagliari camaleontico di fronte al Bologna

Rispetto al Cagliari di quasi 10 mesi fa, il Bologna si ritroverà di fronte una squadra completamente diversa. Claudio Ranieri aveva impostato una squadra molto accorta, che basava il proprio gioco su una efficace fase di non possesso e la capacità di andare immediatamente verticale appena recuperato il pallone. Una squadra perlopiù rinunciataria e reattiva che giocava di fatto un 3-5-2 o addirittura 3-5-1-1, poggiandosi molto sulla qualità delle punte e o del trequartista a supporto del centravanti.

Di quella squadra, Davide Nicola ha recuperato l’organizzazione della fase di non possesso. Ma, il Cagliari del tecnico piemontese è una squadra molto propositiva e più offensiva. Il Cagliari alterna, anche nel corso delle singole gare, più moduli. I principali sono il 3-5-1-1 (o 3-5-2) e il 4-2-3-1. Moduli che hanno permesso al Cagliari, dopo un inizio balbettante, di reagire diventare una squadra nettamente più pericolosa in avanti. Infatti, al di là dell’ultima gara di Udine, nelle tre partite precedenti i rossoblù isolani avevano segnato 7 reti (subendone 5).

Una squadra più propositiva

I rossoblù isolani si propongono quest’anno come una formazione che preferisce giocare il pallone. Pur avendo mantenuto un’organizzazione di non possesso solida, in possesso la squadra di Nicola costruisce in impostazione bassa e poi improvvisamente accelera in verticale. Il Cagliari ama giocare sulle fasce cercando di allargare le maglie della difesa avversaria e cerca la superiorità numerica sugli esterni. In fase di possesso, i rossoblù sardi cercano spesso la sovrapposizione dei terzini per arrivare sul fondo e crossare.

Inoltre, i due elementi offensivi: il trequartista o la seconda e il centravanti (Piccoli, unico vero insostituibile finora) tendono ad allargarsi per creare anche situazioni di tre contro o tre contro due sulle fasce. Pur non andando, ovviamente, all’arma bianca, la formazione di Davide Nicola è comunque molto più aggressiva di quella di Ranieri. Infatti, il Cagliari applica una lettura della partita molto oculata e alterna momenti in cui pressa alto ad altri in cui preferisce attendere e cercare di stanare la formazione avversaria. 

Il tecnico piemontese richiede alla propria squadra di essere intelligente e in grado di leggere tutte le situazioni. E nella conferenza stampa di vigilia ha sottolineato che la sua squadra ha possibilità di migliorare proprio sulla fase di proposta. E il mister ha chiesto molto di più quando propone. Un monito per il Bologna, che di fronte al Cagliari dovrà fare attenzione sia ad aggredire molto avanti i sardi, sia a lasciargli campo alle spalle della difesa.

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