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Come gioca l’Atalanta di Gasperini? Un sistema consolidato da 7 stagioni di lavoro a Bergamo

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Fonte immagine: Atalanta BC


Lo scorso anno la sfida tra Atalanta e Bologna, al Gewiss Stadium, secondo molti fu un passaggio di consegne tra la vecchia creatura e la nuova creatura di Giovanni Sartori. Oggi, Bologna e Atalanta si presentano  alla gara della 17^ giornata con le posizioni invertite rispetto alla gara di aprile, coi rossoblù davanti ai nerazzurri. Dalla sfida di domani si capirà tanto del futuro prossimo del Bologna più ancora che di quello dell’Atalanta. Una vittoria felsinea darebbe un segnale fortissimo per la lotta alle posizioni europee. Ma l’Atalanta non sarà comunque un cliente facile.

Atalanta, un sistema solido

La formazione bergamasca è giunta all’ottava stagione con Gian Piero Gasperini in panchina. Il tecnico di Grugliasco ha consolidato la sua posizione alla guida della Dea grazie a tanti anni di ottimi risultati. L’ex allenatore del Genoa ha portato a compimento la sua crescita portando, grazie anche agli ottimi acquisti dei dirigenti atalantini, il suo modo di giocare ad un livello molto più alto. A parte qualche variante adottata in funzione degli avversari, la squadra del Gasp ha sempre adottato un gioco molto aggressivo con lo schema tattico che varia dal 3-4-2-1 fino al classico 3-5-2, passando per il 3-4-1-2 e il 3-4-3. 

L’atteggiamento gasperiniano

Nel corso degli l’Atalanta dell’era Gasperini ha avuto sempre lo stesso atteggiamento molto aggressivo. I nerazzurri adottano un sistema di gioco che mira al dominio del gioco sia in possesso che in non possesso. La squadra nerazzurra aggredisce l’avversario uomo su uomo con marcature a tutto campo. La squadra di Gasperini tenta di soffocare la manovra avversaria adattando l’altezza del baricentro dell’aggressione alle caratteristiche dell’avversario. Un atteggiamento che negli ultimi anni, molti allenatori hanno efficacemente eluso tramite il movimento senza palla di alcuni giocatori fuori dalle rispettive posizioni originarie per creare linee di passaggio “nuove” e non coperte dai giocatori della Dea.

Linee di gioco che resistono 

La Dea, pur avendo acquisito ed evoluto durante gli anni abilità di palleggio, rimane una squadra molto verticale, a cui è pericoloso concedere spazio per le imbucate tra le linee. La squadra di Gasperini ha cambiato interpreti del suo modo di giocare, ha adattato alcuni dettagli del suo gioco alle caratteristiche dei “nuovi”, mantenendo una base fissa. Gli esterni di centrocampo sono vere e proprie ali offensive. Rispetto al passato, però, sono molto meno propense ad aggredire l’area di rigore, venendo piuttosto utilizzate per costruire la manovra offensiva o come semplici crossatori. A seconda dello schieramento scelto da Gasperini è possibile trovare uno o due trequartisti, oppure un trequartista e una seconda punta, oppure due punte pure e una mezzala più offensiva. Ciò che cambia in base al ruolo assegnato è la posizione del singolo in partenza. Tuttavia in possesso i movimenti sono sempre gli stessi: la mezzala o trequartista si allarga a creare la superiorità numerica in fascia da una parte mentre le mezzali, il centravanti e l’esterno opposto aggrediscono l’area. L’Atalanta ripete gli stessi movimenti su entrambe le fasce facendo salire talvolta anche i centrali, creando persino la doppia superiorità numerica 3 contro 1. Centralmente, le abilità tecniche di mezzali, trequartisti ed attaccanti fanno la differenza soprattutto negli spazi aperti. Impossibile allentare l’attenzione centralmente, pensando che la Dea possa far male solo sulle fasce. Ma Thiago è un vecchio “alunno” di Gasperini e conosce bene le linee di gioco del tecnico piemontese.

 

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