Bologna FC
Come gioca la Juventus di Igor Tudor?
Il tecnico croato, subentrato a Thiago Motta, alla fine del mese di marzo ha apportato importanti novità sia nella gestione del gruppo bianconero che nell’approccio in campo. La svolta non è stata netta, ma alcune cose sono ben diverse

La Juventus di Igor Tudor si presenta a Bologna per una sfida dal sapore fortemente europeo. Chi perde domani nell’impianto rossoblù rischia seriamente di cedere nella corsa al piazzamento Champions League. Sarà quindi una gara delicatissima dove entrambe le squadre dovranno dare tutto e oltre.
Dal punto di vista tattico sarà poi una gara molto interessante, perché i bianconeri si presentano al Dall’Ara senza l’uomo più atteso: Thiago Motta. L’italo-brasiliano ex Bologna, passato in estate alla Juventus, è stato esonerato dal club bianconero dopo mesi non particolarmente positivi. Questo andamento è negativo ha indotto la Vecchia Signora a cambiare e chiudere la propria stagione con il croato in panchina.
Juventus, la rivoluzione di Tudor: titolari fissi e difesa a tre
Rispetto alla gestione di Thiago Motta, quella di Igor Tudor sembra apparentemente più stabile. Il tecnico croato sembra aver scelto una formazione e delle posizioni fisse per tutti i componenti della rosa. L’ex allenatore di Udinese, Lazio e Olympique Marsiglia è ripartito dall’ultimo capitano designato che è Manuel Locatelli e ha provato a ridare stabilità e anima ad un gruppo che nelle ultime settimane con l’italo-brasiliano sembrava averle smarrite.
Il modulo prescelto da Tudor è i il 3-4-2-1 (che, finora, in una sola occasione è variato in 3-4-1-2 con scarsi risultati).
Pressione a tutto campo e gioco verticale
Una delle grandi critiche mosse alla gestione Thiago Motta, oltre la gestione del gruppo, era stata la sua morbosa ricerca dell’equilibrio attraverso il controllo del possesso e del ritmo della gara. Una ricerca ossessiva che non era riuscita al 100%. La Juve dominava sì il possesso, ma talvolta sbatteva sulle difese avversarie per via del poco ritmo, rubrica ripartenza causa errori in situazioni di gioco elementari. E quando la squadra non riusciva a capitalizzare il dominio, nel finale spesso si esponeva alle ripartenze degli avversari.
La squadra era dunque diventata nel tempo fragile e monotona. L’arrivo di Tudor, benché tutt’altro che rivoluzionario a livello di risultati (due vittorie, un pareggio e una sconfitta), ha però aiutato la Juventus a sbloccarsi. La squadra con due esterni a tutta fascia e due trequartisti ha permesso alla Juve di coprire meglio l’ampiezza e aggredire le squadre avversarie in maniera più efficace. Tudor si inserisce nel solco degli allenatori “gasperiani”, pur non avendo mai avuto il tecnico di Grugliasco come suo allenatore e/o mentore. La sua Juve dunque ama giocare uomo su uomo a tutto campo e cercare spesso le tracce verticali per attaccare gli spazi centrali dietro la difesa avversaria o la profondità con esterni ed attaccante. Una tattica che non ha sempre pagato in questo suo avvio di avventura alla guida della “sua” Juventus.
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