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Con Mihajlovic solidità tattica e coraggio, ma ora arriva il difficile

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Gazzetta.it


C’è un filo conduttore che lega le prime quattro partite di Sinisa Mihajlovic sulla panchina dei rossoblù: una solidità tattica e un coraggio che non si era ancora visto in questa stagione dopo più di un girone.
I rossoblù hanno cambiato marcia, e l’hanno fatto con l’allenatore serbo che ha dato un’impronta alla squadra fin da subito, mettendo in mostra sicuramente carattere, ma soprattutto una grande capacità di farsi ascoltare. I giocatori hanno accolto le richieste e i dettami tattici del nuovo mister,  iniziando immediatamente a mettere in pratica i nuovi principi di gioco imposti da Mihajlovic.

Aggressività, pressing alto, gegenpressing (o riaggressione), baricentro alto, possesso palla che parte dal basso, coraggio nel verticalizzare e non cercare il passaggio più scontato, 4-2-3-1, dialoghi offensivi, ricerca della spinta anche con i terzini, intensità maggiore in mezzo al campo e 1 contro 1. Questi sono i principi di gioco che Mihajlovic ha comunicato ai suoi giocatori, che hanno messo in pratica quasi tutto alla perfezione, dominando per lunghi tratti della partita i match contro Roma e Juventus.
C’è un problema però: la finalizzazione. Il problema del gol è una mancanza seria dei rossoblù, che nonostante tirino tantissime volte verso la porta (13 contro la Juve), con conclusioni anche molto “qualitative”, cioè ben costuite, non stanno riuscendo a concretizzare le occasioni dalle parti della porta avversaria.
Serve più cattiveria e più precisione da parte di tutti, ma soprattutto negli ultimi 16 metri bisogna avere la convinzione di andare a far male agli avversari. La fiducia nei proprio mezzi è fondamentale, e probabilmente la scintilla di una rete importante, potrebbe dare quella spinta in più ai ragazzi di Mihajlovic per rendere concreto il grande gioco che viene mostrato.

Contro la Juventus i numeri sono stati impressionanti. I soli 5 tiri subiti, il 55% del possesso palla a favore dei rossoblù, i 359 passaggi riusciti contro i 348 dei bianconeri sono numeri da sottolineare considerando anche la forza dell’avversario.
Altri numeri importanti sono quelli del baricentro della squadra. In questa stagione praticamente mai il Bologna ha mantenuto un baricentro più alto rispetto agli avversari; contro la squadra di Allegri sì. Nel primo tempo i rossoblù hanno mantenuto un baricentro superiore a quello avversario di 2 metri (51 contro 49), mentre nella ripresa il divario si è allargato (54,2 contro 47,78). Ancora più importante sono i dati relativi al baricentro in fase di possesso palla (61,31 contro 53,88) e in fase di non possesso (47,43 contro 40,57). Dati da grande squadra.

Stiamo parlando di un gruppo che sta cambiando atteggiamento e principi. La solidità tattica e la convinzione sono due aspetti fondamentali che il Bologna sembra aver interiorizzato. Ora serve il “dettaglio”: il gol, che dovrà arrivare nelle prossime sfide, in cui i rossoblù dovranno mettere in cascina punti importanti per togliersi di dosso la zona retrocessione. Per quello che ha fatto vedere nelle ultime partite, questa squadra non si merita il terz’ultimo posto. A partire da Udine bisogna dimostrarlo.

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