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Corriere di Bologna – Il Bologna è pronto a puntare all’Europa

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Ieri si concludeva la mostra “Atleti, cavalieri e goleador” a Villa delle Rose, e come ci racconta Marco Vigarani sulle colonne del Corriere di Bologna, circa duemila tifosi rossoblù erano presenti alla chiusura dell’evento, che ha visto protagonisti alcuni eroi rossoblù del passato.

Gli ex si si sono detti unanimemente convinti e speranzosi che il Bologna torni a lottare per i posti che gli sono più congeniali.  Il Mitico Villa ad esempio, si aspetta di vedere lo stesso Bologna del 2019, cioè una squadra che gioca sempre con coraggio contro chiunque, e sottolinea con il ritorno in panchina di Mihajlovic, sicuramente i giocatori crederanno di più in loro stessi.

Secondo Paramatti la società con Saputo alla guida, può puntare ad imbastire una squadra per puntare ad andare in Europa, e così facendo potrebbe creare un circolo virtuoso difficile da fermare, perché Bologna è speciale, secondo Michele, ed una buona squadra entusiasma i tifosi e la città che a loro volta caricano i giocatori, che così danno più di quello che avrebbero fatto altrove.

Ed anche Kennet Andersson si aspetta che il Bologna faccia bene. Lo svedese come sempre estasiato dall’amore dei tifosi dice di sperare in una vittoria rossoblù, come lo spera ad ogni partita. L’ex attaccante manda anche una frecciatina ad Ibrahimovic, che non scegliendo Bologna «non potrà vivere sulla sua pelle l’affetto di questi tifosi», che Kennet ricorda sempre anche ai giocatori della squadra in cui fa da mental coach: «i soldi contano fino ad un certo punto, quello che vale davvero è l’amore».

Ultimo ma non per importanza, Giuseppe Signori. Beppegol vede un Bologna che possa lentamente andare a lottare per i primi sette posti della classifica e spera che l’Intertoto possa presto non essere più l’ultimo trofeo vinto. L’ex attaccante ha anche qualche parola per Orsolini, a cui vuole ricordare di essere sé stesso e dimostrare a Bologna di essere un giocatore importante senza voler fare salti di carriera troppo precoci, perché se uno ha qualità, c’è sempre tempo per andare in un top club, dopo essersi formato bene.

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