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Corriere di Bologna – Il fatturato di gol raddoppia

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Il problema del goal è un lontano ricordo: oggi il Bologna segna in tutti i modi possibili, con una media realizzativa che, nelle ultime giornate, è letteralmente esplosa.

I numeri parlano chiaro: dallo 0,76 della gestione Inzaghi all’1,62 dell’era Mihajlovic; una svolta positiva sotto gli occhi di tutti, con una squadra prima timorosa che adesso crea occasioni, guadagna rigori e segna a dismisura, facendosi spesso e volentieri anche fermare dal Var, fattore positivo della trasformazione in fase offensiva, trend che non riguarda solo gli attaccanti, ma anche i centrocampisti.

Questi ultimi, infatti, sono quelli che hanno tratto maggior profitto, in termini di reti, dall’arrivo del nuovo allenatore: il caso esemplare rimane quello di Erick Pulgar, a zero reti fino a febbraio ed ora in lotta per il titolo di cannoniere con Santander e Orsolini. Mago dei calci da fermo, è stata la vera arma in più del Mihajlovic 2.0, spietato sia sul dischetto che su punizione, sbloccatosi d’improvviso contro il Cagliari e mai più capace di fermarsi.

Andrea Poli con Sinisa ha segnato invece un solo goal (con Inzaghi due), mentre i goal di Soriano (due) sono stati un valore aggiunto che la gestione precedente non ha avuto a disposizione; per quanto riguarda gli attaccanti, e similari, chi ha goduto maggiormente del cambio in panchina è Riccardo Orsolini: a segno due volte con Inzaghi (giocando per lo più da mezzala), score raddoppiato con Sinisa, sotto la cui gestione è tornato nel naturale ruolo di competenza, cioè l’esterno d’attacco. Mattia Destro è passato da zero a due (entrambe decisive, valide quattro punti), mentre per Sansone, con due goal all’attivo, vale il discorso fatto per Soriano.

Chi è peggiorato visibilmente, in termini realizzativi, è Federico Santander: che pure era partito benissimo, con quella spizzata di testa a San Siro contro l’Inter, decisiva per i tre punti, che ad oggi rimane l’unica luce del 2019 (con Inzaghi aveva segnato cinque volte, c’è anche da dire che in questi mesi ha giocato con minor frequenza). Per Rodrigo Palacio un goal contro i due dell’era Inzaghi, ma rimangono i tanti annullati (Torino ed Empoli su tutti).

Insomma, morale della favola: spazi più stretti, baricentro più avanzato e inserimenti più frequenti dalle retrovie. Questa, la ricetta con cui il Bologna di Sinisa ha risolto il problema del goal: non affidandosi per forza ad un bomber, ma distribuendo tra centrocampo e attacco le reti decisive per la salvezza.

 

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