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Corriere di Bologna – La mutazione del Bologna: meno “giochista” ma più vincente

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Damiano Fiorentini/1000cuorirossoblu.it


“I campionati si vincono con le difese”. Adesso, non crediamo che l’obiettivo del Bologna sia lo Scudetto, anche se ci si era detti di non porsi limiti… Bando alle ciance: è un Bologna diverso quello di questa stagione. Attenzione: “diverso” non significa più bello o meno bello, questo non sta a noi deciderlo. “Diverso” per scelta, per un mercato che ha visto partire determinati giocatori e arrivarne altrettanti con caratteristiche diverse che, inevitabilmente, hanno portato Thiago Motta a mutare il gioco del suo Bologna, con i risultati che ormai tutti conosciamo.

Meno tocchi e più corsa: la chiave è il centrocampo

Qual è la differenza sostanziale che porta una squadra a variare il proprio metodo di gioco, come in questo caso? Jerdy Schouten. Per il Bologna potremmo rispondere con il nome del centrocampista olandese, senza ombra di dubbio. Con la partenza in direzione PSV di Schouten e con il conseguente arrivo di Freuler dal Nottingham (nell’ambito dell’operazione Dominguez, ndr) i Rossoblù – o meglio, Thiago Motta – hanno dovuto lavorare su un altro tipo di impostazione del gioco. Con Schouten e Dominguez la palla veniva gestita in un modo, mentre con la mediana svizzera formata da Freuler e Aebischer il gioco si sposta su altre caratteristiche. Corsa, pressing e tanto lavoro sporco: sembra riduttivo per descrivere l’attuale centrocampo Rossoblù, ma non lo è affatto, anzi. Tutti sapevano quanto fosse importante Remo Freuler nell’economia della mediana Rossoblù quest’anno, e la partita di lunedì è cambiata con il suo ingresso in campo.

Difesa e attacco rinnovati

I numeri rappresentano la difesa e l’attacco. Quindici (15) gol fatti e dieci (10) subiti. Terza miglior difesa, decimo attacco a pari merito con il Lecce, prossima avversaria in campionato. Una buona fetta di quinto posto non può non venire dalla retroguardia. La nuova coppia, ma ormai consolidata, CalafioriBeukema, con Lucumì pronto a ribaltare le gerarchie dopo l’infortunio; uno Skorupski nella miglior versione della carriera; i terzini abili nelle due fasi. La difesa ha compiuto un salto di qualità: più tecnica dello scorso anno e allo stesso tempo più chiusa, più difficile da superare. Anche l’attacco ha visto un rinnovamento non da poco: gli unici rimasti dalla scorsa stagione sono quelli con i numeri più alti, e cioè Riccardo Orsolini e Joshua Zirkzee. Dentro Ndoye, Karlsson e Saelemaekers, per un Bologna che corre sulle fasce e che passa inevitabilmente dal suo regista con il numero 9, il quale sta trascinando la squadra partita dopo partita. Concretezza e compattezza a disposizione della bellezza: il Bologna di Motta non sta a guardare, continua a lavorare per vincere.

Fonte – Alessandro Mossini, Corriere di Bologna

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