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Bologna

Dall’inverno siamo fora

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“Per la Santa Candelora, se nevica o se plora, dall’inverno siamo fora”: ha piovuto parecchio, in questi giorni, quindi – secondo l’antico proverbio – sarebbe finito l’inverno. Non so su quali basi scientifiche si appoggi questo detto: magari è solo un pronostico, una sensazione che diventa editto, di quelli che facciamo abitualmente. Tipo “Smettetela di rompere, i conti si fanno in maggio”, oppure “Santander è il peggior centravanti nella storia del Bologna”, o ancora “Inzaghi è inadatto ad allenare una squadra in Serie A” bilanciato da “Non è colpa sua se alcuni calciatori giocano contro il Bologna”, per finire con un “Finora la squadra è stata sfortunata, con un poco di culo la pillola va giù” o un “Bigon è un incompetente”, che quest’ultimo va bene per tutte le stagioni. E oggi? Oggi che la Santa Candelora è passata, il Reno è esondato e il Bologna ha battuto l’Inter a domicilio? Beh, oggi non splende ancora il sole, ma le previsioni sono meno arcigne. È stato facile. Addirittura troppo facile, per chi – come me – guarda il calcio senza impenetrabili lenti rossoblù né interesse privato. Proviamo a ragionare. Al secondo minuto, Poli lancia a rete Icardi che neppure Perisic avrebbe saputo farlo meglio, ma l’argentino – noto killer dell’area di rigore – spreca l’occasione. Un colpo di fortuna, inutile girarci intorno, senza il quale nessuno di noi può sapere come sarebbero poi andate le cose. E ancora: in porta, al posto del tremulo polacco fischiato recentemente (il gol di Empoli, solo per citarne uno, grida ancora vendetta), finalmente abbiamo ammirato il portierone che conoscevamo. Santander non solo è guarito dai problemi fisici, ma addirittura si è reso conto – contrariamente a quanto accaduto a Napoli – di aver segnato un gol tanto bello quanto importante (questo come quello). Pulgar no, più o meno è sempre il solito portatore sano di tatuaggi, ma almeno non è incorso nelle solite perniciose amnesie (chiamiamole così). Insomma, un grande applauso a Mihajlovic che – schierando praticamente gli stessi uomini con lo stesso schema del predecessore – ha ribaltato uno 0-4 casalingo con il Frosinone in uno 0-1 esterno con l’Inter. E un grande applauso a chi è stato più veloce di me e del mio amico Gabriele: il “2”, in apertura di scommesse, su Snai si puntava a 15. Noi abbiamo tergiversato e la quota è rapidamente scesa ben sotto il 10, segno evidente che il povero Bologna, quello “già retrocesso” in una calda serata d’agosto, ha in realtà un minimo di seguito, quantomeno al betting. E adesso che abbiamo il nostro caprone espiatorio, Pippo Inzaghi, godiamoci la bella stagione: dall’inverno siamo fora…

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