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Darwin rossoblù: l’evoluzione dell’attacco del Bologna dal 2008 ad oggi – 10 Feb

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Periodo di carestia per il reparto avanzato felsineo, il Bologna è in crisi di goal e di conseguenza anche le sue prestazioni ne risentono. Tutta la squadra sta ricevendo aspre critiche per le scialbe prestazioni contro Napoli e Milan, uno su tutti Mattia Destro. Il numero 10 rossoblù era chiamato dopo l’infortunio a dimostrare il suo valore, ripagando la società ed i tifosi a suon di goal. Peccato che in ventitré partite su trentotto abbia segnato solo cinque reti, uno score alquanto deludente per uno come lui, con l’etichetta di “bomber” appiccicata addosso, soprattutto in una città come Bologna che è sinonimo di rinascita per i giocatori (per informazioni maggiori chiedere di Signori e Baggio). Il reparto offensivo della squadra emiliana ha vissuto momenti di alti e bassi, ma sempre (o quasi) con grandi giocatori pronti a gonfiare la rete ed a far esplodere di gioia i tifosi. Il primo che è degno di menzione degli ultimi tempi è di certo Marco Di Vaio, capace di segnare sessantasei reti in quattro stagioni, condite da numerose soddisfazioni personali come ad esempio le ventiquattro reti alla prima stagione in rossoblù, passando per i diciannove della stagione 2009/2010, dove ha contribuito alla straordinaria vittoria in casa della Juventus con una splendida doppietta. Dopo quattro anni con la casacca del Bologna addosso, il numero 9 va a spiegare calcio in quel di Montreal, venendo sostituito da un giocatore di calibro internazionale, reduce da alcuni anni non al top: Alberto Gilardino. Ma non solo, il tridente offensivo assomiglia di più ad un arsenale bellico dal potenziale altissimo: Diamanti e Gabbiadini sostengono il “primo violino” del teatro Dall’Ara, Gilardino. Insieme metteranno insieme ben 27 reti, prima che i tre vengano venduti e rimpiazzati con sostituti non all’altezza dei predecessori: l’attacco della stagione 2013/2014 era composto da Rolando Bianchi e Moscardelli, capaci di segnare solo quattro goal nell’arco dell’intera stagione, culminata con la retrocessione in Serie B. Nella serie cadetta la squadra viene rivoluzionata ed anche l’attacco subisce grandi modifiche con l’inserimento di Cacia e l’arrivo a Gennaio di Mancosu e Sansone: il numero 9 segnerà dodici reti in tutta la stagione, alle quali si aggiungeranno le sette marcature di Sansone, compreso il goal che è valsa la promozione in Serie A dopo un solo anno di purgatorio calcistico. L’anno della risalita è coinciso con grandi investimenti su tutti i fronti, per preparare la società ad una lunga permanenza nella massima serie, compresi quelli per una squadra all’altezza di quest’obiettivo: Mounier, Giaccherini e la punta di diamante di tutto il progetto tecnico, Mattia Destro. L’attaccante ascolano è giunto sotto le due torri con l’etichetta di “bomber”, forse un po’ troppo pesante per lui: nella stagione 2015/2016 ha segnato solo otto reti, complici anche i vari infortuni ed arrivando infine al tempo presente. Uno score deludente per un giocatore dalle sue capacità, un alunno svogliato ed indolente, che si sente ripetere in continuazione la canzoncina di ogni studente: “Ha le capacità ma non si applica.” Le ultime prestazioni confermano questa affermazione, unite alle parole di Gastaldello che sembrano indirizzate proprio verso di lui: ”Chi non ha cattiveria e stimoli è meglio che cambi lavoro.” Servirà la lezione? Solo il tempo saprà svelarlo.

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