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Destinazione Bologna – 1999, Gazzoni riporta a casa Gianluca Pagliuca

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Certi amori si interrompono, esplorano spettacolari panorami fino a ritornare alle origini, come è successo tra Gianluca Pagliuca e il Bologna.

L’eterna storia di Pagliuca inizia nel 1979 quando, con la maglia del Casteldebole, assapora per la prima volta la porta di un campo. Già, perché nella sua prima squadra – la Polisportiva Ceretolese – era stato provato come centrocampista. Qualche anno più tardi, nel 1982, finalmente si presenta la grande occasione. Su segnalazione di Pietro Battara, allora viceallenatore dei rossoblu, il ragazzino di provincia arriva a Bologna, la meta sognata da chi inizia a muovere i primi passi nei paesini che circondano la città felsinea.

Dopo una gavetta nelle giovanili, la storia d’amore tra i rossoblu e Pagliuca ha bisogno di una pausa. Succede tutto nel 1986 quando, dopo l’avvento del nuovo organigramma societario – composto da Corioni e Governato – capisce di non avere più spazio. Almeno per ora. C’è bisogno di una squadra che creda subito in un giovane che, rispetto a molti suoi coetanei, ha qualcosa in più. La fiducia arriva da Paolo Mantovani, patron della Samp, che lo tessera in prestito: Pagliuca giocherà nella Sampdoria. 

“Pagliuca? Lo abbiamo comprato gratis dal cielo”, dirà qualche tempo dopo il presidente blucerchiato.

Con la Sampdoria il portiere matura così velocemente da scalare subito le gerarchie battendo, ad esempio, la concorrenza di Luca Marchegiani. Diventerà anche il portiere della Doria con più presenze in Serie A. Chi superò? Proprio Pietro Battara, colui che per primo credette in lui. Dopo circa 200 presenze tra i blucerchiati arriva la chiamata dell’Inter. Ecco la grande occasione. Voluto fortemente da Ottavio Bianchi, il presidente Ernesto Pellegrini gli regala un portiere di alta qualità.

Tutto sembra filare liscio fino all’anno cruciale, il 1999. Il presidente, Massimo Moratti, è ben felice di rinnovargli la propria fiducia; anche i tifosi, che hanno con lui un rapporto sincero, vorrebbero che restasse. Il problema parte da Marcello Lippi, neoallenatore dei nerazzurri. Per capire le origini di questa ostilità bisogna andare indietro nel tempo, precisamente di un anno fino ad arrivare a Juventus-Inter: Ronaldo viene atterrato in area di rigore, l’arbitro non fischia ma tutta la squadra nerazzurra esplode. C’è un dibattito acceso soprattutto tra Pagliuca e Bergomi da una parte, e Lippi dall’altra che, in quella stagione, allenava proprio i bianconeri.

L’allenatore viareggino non supera quell’affronto, e le ripercussioni sono tutte per quei calciatori che – l’anno precedente – gli sono andati contro. Lippi parla chiaramente con Moratti, in squadra non vuole nessuno tra Pagliuca, Bergomi e il Cholo Simeone, altro protagonista di quella gara. 

Bisogna trovare un’altra squadra, ma non è semplice. La concorrenza è tanta anche perché, dopo i periodi a Genova e Milano, Pagliuca è diventato oggetto dei desideri di diverse società, sia italiane, sia europee. Le prima offerte che lo fanno vacillare arrivano dall’Inghilterra: l’Aston Villa di John Gregory e l’Everton di Walter Smith cercano un nuovo numero 1, e tutte le strade portano al portiere emiliano. Inizialmente è scettico, soprattutto perché i Villans sono la sua squadra del cuore. Le altre proposte arrivano dalla Spagna. Sono offerte molto importanti, che arrivano dal Maiorca e dal Deportivo La Coruna, una delle grandi di Spagna alla fine degli anni 90′. L’ultima offerta è della Lazio di Eriksson che, per la sua corazzata, ha bisogno di un grande portiere.

Le offerte sono invitanti, ma Pagliuca ha un solo obiettivo che, più di un intento, è un sogno: ritornare a casa propria, ritornare al Bologna. Ne parla con Moratti, mai così disponibile verso un proprio calciatore. Il presidente nerazzurro, che intanto si era coperto acquistando Angelo Peruzzi, non osa mettersi contro le volontà del portiere. Anzi, fa di più. Il suo cartellino viene quasi regalato. Dall’altra parte c’è Giuseppe Gazzoni, pronto a fare grandi sforzi per riportare il fanciullino al nido. 

Gli sforzi di Gazzoni sono decisivi per l’esito positivo della trattativa: Gianluca Pagliuca ritorna a Bologna nel 1999. Da lì in poi sarà un’intensa relazione, quella tra il club rossoblu e il portiere. Sarà una delle colonne della squadra fino al 2005 quando, dopo più di 200 presenze sotto l’ombra di San Luca, deciderà di concludere la propria carriera altrove, precisamente all’Ascoli, con un solo obiettivo: superare il record di Dino Zoff in Serie A.

Ci riuscirà, e concluderà la sua gloriosa carriera in modo stupendo. Come lo è stata la storia tra lui e il Bologna: intensa e romantica, come nelle migliori favole.

 

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