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Un vuoto spesso sottovalutato

Alcune notizie, come quella che ieri ha travolto il mondo del calcio, portano a riflettere su quanto questi personaggi che noi vediamo così lontani, in realtà siano più vicini di quanto pensiamo

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(© Damiano Fiorentini)

Non basta un giorno: né possono passare anche cento, in queste situazioni. La mattina di ieri è stata travolta da una notizia sconvolgente, e che, come ogni volta, lascia attoniti: Diogo Jota, attaccante del Liverpool, è tragicamente scomparso in un incidente stradale.

Attoniti si può tradurre anche come un vuoto, creatosi nel petto. Ma come è possibile, ci si chiede? Persone che non si conoscono provocano tutto questo? La risposta la si può trovare in una considerazione: quanto queste persone, questi calciatori – che alle volte sembrano tanto lontani, come possono essere vicini (a Bologna ne sappiamo qualcosa) – incidono nelle nostre vite, da tifosi e appassionati?

Chi conosceva Diogo Jota?

Partiamo da una domanda, quella del titolo del paragrafo. Chi conosceva Diogo Jota? La risposta, qui, è abbastanza semplice: tutti. Chi più, chi meno. Tutti sapevano chi era questo ragazzo portoghese con la numero 20 del Liverpool sulle spalle. Tutti gli appassionati di calcio. E quest’ultimi, lo sappiamo, sono un numero infinito. Ma, il punto è un altro: come lo conoscevamo? Perché la reazione di tutti è quella di smarrimento, come è accaduto in passato per altre tragedie simili. Spesso, consideriamo queste persone così lontane. Sbagliando.

La sensazione è la stessa di aver perso una vera e propria conoscenza fisica, per intenderci. Quel vuoto che si crea dentro di noi quando arriva la notizia della scomparsa di una persona con cui, magari avevi parlato. Per non dire, di un amico. Sì, perché questi personaggi che vediamo così lontani, in realtà sono molto più vicini di quel che si pensa: semplicemente, spesso non ci si dà molto peso. Poi però, quando ci si trova davanti a situazioni del genere, la reazione di tutti è sempre la stessa: vuoto.

Esempi, eroi, amici

Volente o nolente, il calciatore nella vita di un appassionato di questo sport ha un’importanza spesso sottovalutata. Per tutti, anche per chi in questo “mondo” ci lavora, come possiamo essere noi, per un tifoso, il calciatore è una persona affine, perché lotta per un qualcosa che li accomuna. Per un bambino può essere un eroe. Per un ragazzo può essere un amico. Per tutti, spesso, i calciatori devono essere un esempio, per l’influenza che questo movimento ha sulle masse.

La scomparsa di un ragazzo come Diogo Jota, un ragazzo come tutti noi, non può lasciarci indifferenti. Perché Diogo era un ragazzo che aveva appena coronato i suoi sogni: calcistici ma soprattutto di vita, con un matrimonio celebrato non più tardi di una decina di giorni fa. Questi ragazzi, questi calciatori, fanno parte del nostro stesso mondo e ci condizionano, perché ci appassioniamo alle loro gesta più di quanto pensiamo. Ecco perché, quando accade tutto ciò, ci sentiamo sempre un po’ più vuoti. Senza aspettarcelo.

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