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Esclusiva – Spallanzani: “Mi sono ambientata velocemente. La parità è lontana, ma sono ottimista”

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crediti immagine: Bologna FC


Monica Spallanzani, classe 2003, è stata una dei colpi con cui durante il mercato estivo il Bologna ha rinforzato il proprio attacco. Dopo le giovanili tra Reggiana e Sassuolo quest’anno ha esordito in prima squadra e al momento, con tutta la squadra, sta cullando il sogno della promozione in Serie B.

Quando è cominciato il tuo rapporto con il calcio? C’è stata qualche figura particolarmente significativa?

Ho iniziato a giocare a calcio relativamente tardi, perché ho cominciato a dieci anni, avevo già finito le elementari e ho iniziato direttamente in una squadra femminile: mio padre non voleva che giocassi con i maschi. La persona che più mi ha avvicinato a questo mondo è mio fratello che, nonostante abbia due anni in meno di me, ha iniziato prima e quindi giocavo sempre con lui in giardino e con gli amici al parco e mi sono appassionata a questo sport.

È il primo anno a Bologna? Com’è stato arrivare qua?

A Bologna sono arrivata quest’anno. Ho iniziato a giocare nella Reggiana Femminile che poi, dopo tre anni, è stata acquistata dal Sassuolo e quindi sono praticamente sempre stata nella stessa società perché, anche quando c’è stato il trasferimento, le persone e i dirigenti sono rimasti più o meno quelli. Questo è il primo anno in cui cambio radicalmente società, sono arrivata qua a Bologna ed è anche il primo anno in cui ho lasciato le giovanili per intraprendere un percorso con la prima squadra.

È stato difficile passare dalle giovanili alla prima squadra?

All’inizio ero un po’ spaesata perché son sempre stata con delle coetanee o con delle ragazze più piccole di me, mentre qua sono la più giovane. Però mi sono ambientata subito perché alla fine, anche qui, siamo una squadra tutto sommato giovane e ho molto da imparare dalle persone più esperte di me. All’inizio è stato un po’ difficile ma mi sono ambientata velocemente.

C’è qualcuno che ti ha particolarmente aiutata in questo inserimento nel nuovo mondo?

Sì, conoscevo già alcune persone qua, peraltro il trasferimento l’ho fatto con Sara Sassi con cui sono undici anni che giochiamo assieme, poi che erano già a Bologna conoscevo Benozzo e altre ragazze che avevo incontrato in Rappresentativa. Quindi diciamo che sono arrivata in un ambiente dove conoscevo già alcune mie compagne e mi hanno aiutata sempre di più.

È difficile gestire il tempo tra i viaggi e gli impegni extra che uno sport non riconosciuto a livello professionistico richiede?

È abbastanza impegnativo perché faccio l’università a Parma e quindi spesso in una giornata mi ritrovo a dover essere la mattina a Parma e la sera a Bologna, quindi sostanzialmente le ore in cui sono a casa sono quelle in cui dormo. È abbastanza impegnativo, però i risultati stanno arrivando quindi c’è un ritorno.

Ti senti ottimista su un possibile sviluppo a livello di riconoscimenti del calcio femminile?

Sì, il movimento in questi ultimi anni è cresciuto molto ed è stata posta più attenzione su questo ramo del calcio. Sicuramente, come hanno detto anche le altre (Bonacini e Benozzo), ci sarà un percorso di diversi anni prima di poter raggiungere una parità, ancora molto lontana, col mondo maschile. Però il mio pensiero è ottimista perché da quando ero bambina ho visto una crescita netta.

Quali sono secondo te le principali problematiche che ancora sussistono?

Sicuramente la problematica degli stereotipi e il fatto che praticamente tutte le persone tendono ad associare il calcio maschile con quello femminile, ma in realtà si tratta di due sport diversi.

Quali sono le tue passioni extra calcio?

Mi piacciono la musica e viaggiare e infatti ho fatto un liceo linguistico. Mi appassiona in generale tutto quello che riguarda il mondo sportivo perché fin da piccola ho fatto un sacco di sport ed è uno degli ambiti in cui mi trovo più a mio agio. 

Un tuo sogno? Un tuo augurio a te stessa per il futuro?

Il nostro obiettivo è vincere il campionato e, per ora, siamo partite con il piede giusto. Vogliamo terminare bene con la sfida contro il Meran e soprattutto il girone d’andata lassù.

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