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Faragò: “Farò di tutto per farmi trovare pronto. Il 43? Adoro Guccini”

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Di seguito la presentazione del neo acquisto del Bologna, Paolo Faragò arrivato in prestito dal Cagliari: 

Come hai visto finora il Bologna?

“Da quanto sono iniziati i primi rumors su un mio possibile approdo a Bologna ho guardato tutte le partite. Ho visto una squadra propositiva, che ha sempre affrontato la partita con il piglio giusto. Il mister vuole dare l’impronta di una squadra aggressiva, che giochi palla a terra, che cominci l’azione da dietro, con pressioni alte e attenzione sulle marcature preventive. È uno stile di gioco che mi piace molto, che ha visto il Bologna imporre il proprio gioco su tutti i campi, anche contro la Juve. C’è sicuramente qualcosa da sistemare, nessuna squadra è perfetta, ma ho sempre avuto un’ottima impressione di questa squadra”.

Cosa ti è mancato nell’ultimo anno che vorresti ritrovare qui a Bologna? 

“Mi è mancata un po’ di continuità. Mi sono fatto male due anni fa, poi sono rientrato ad ottobre della scorsa stagione e dopo quasi sei mesi di inattività ho giocato molte partite ravvicinate il che ha un po’ rallentato la mia ripresa perché non ero pronto per giocare tutte quelle partite. Sono un giocatore che per esprimersi al meglio deve stare bene, sicuramente ciò che mi è mancato nell’ultimo anno è stata la continuità”.

Come stai fisicamente e quando potrai essere disponibile per Mihajlović?

“Purtroppo essendo stato positivo al Covid sono rimasto a casa per circa un mese senza riuscire ad allenarmi, quindi ci vorrà qualche giorno per riprendere la condizione”. 

Siete in tanti sul lato destro, cosa puoi dare di diverso rispetto a Tomiyasu, De Silvestri e Mbaye? 

“Sicuramente sono tutti e tre ottimi giocatori, starà a me offrire al mister qualche opzione in più. Io rispetto agli altri ho dei trascorsi diversi visto che fino a due anni fa giocavo a centrocampo quindi eventualmente potrei dare più soluzioni all’allenatore da questo punto di vista”.

C’è una posizione in campo che preferisci? 

“A me è sempre piaciuto fare il centrocampista, anche se negli ultimi anni a Cagliari mi hanno spostato prima a fare il quinto e poi il terzino. L’importante per me è giocare e mettermi a disposizione dell’allenatore in qualsiasi zona del campo lui mi voglia far giocare”. 

Come spieghi le difficoltà del Cagliari?

“Oggi sono a Bologna, vorrei parlare del mio presente. A Cagliari ho passato degli anni molto belli, ma vorrei parlare del Bologna. Il Cagliari ha le sue difficoltà, è giusto che le spieghino gli interpreti attuali”. 

Qualche anno fa hai vinto la medaglia d’oro alle Universiadi in Corea del Sud, ci puoi raccontare la tua esperienza e il rapporto con lo studio? 

“Sono iscritto tutt’ora all’Università e vorrei portare a termine la mia laurea in scienze dell’alimentazione. Le Universiadi sono state una bellissima esperienza, la ricordo con molto orgoglio dato che comunque ho vinto una medaglia d’oro. Il livello delle squadre partecipanti non era altissimo, però è stata comunque un’esperienza bellissima perché abbiamo condiviso una sorta di villaggio olimpico universitario con tutte le altre nazioni”. 

Perché il n. 43? 

“Da circa tre anni sono diventato molto appassionato di Guccini, da due anni a questa parte ascolto solo lui. Venire a Bologna e prendere il 43 in onore di quel civico di Via Paolo Fabbri ho pensato fosse carino”.

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