Bologna FC
Come si è evoluta la Fiorentina di Palladino: focus tattico
Il Bologna di Italiano sfida la squadra viola guidata dal tecnico campano al Franchi. In palio c’è l’Europa, tra sogni Champions e le nuove soluzioni tattiche pensate dall’allenatore avversario per far rendere al meglio la sua formazione

Penultima giornata di un lunghissimo campionato. Vincenzo Italiano, e il suo Bologna, domani faranno visita al passato del tecnico siciliano: l’Artemio Franchi di Firenze per la sfida alla Fiorentina di Raffaele Palladino. Una sfida che, soprattutto per la formazione viola, può valere un posto nelle coppe europee.
I rossoblù e soprattutto il loro tecnico arrivano in Toscana determinati a dimostrare che anche dopo la vittoria in Coppa Italia c’è ancora voglia di imporsi. E poi i rossoblù non hanno ancora completamente perso le speranze di agguantare un posto in Champions League. Di fronte, però, c’è una squadra, quella Viola determinata a sua volta a farsi valere per conquistare un posto in Europa.
Il modulo della Fiorentina di Palladino
Raffaele Palladino ha raccolto l’eredità pesante di Vincenzo Italiano sulla panchina della Fiorentina. Il tecnico campano sta facendo un discreto campionato di Serie A e in Europa ha fatto un buon cammino, fermandosi però un turno prima rispetto a quanto fatto dall’attuale tecnico rossoblù. E per questo motivo ha ricevuto critiche forse anche immeritate. Risultati che Palladino ha conquistato cercando di trovare durante tutto l’anno la soluzione ideale per le modifiche forzate di formazione o gli inserimenti del mercato invernale.
Dopo essere partito dall’idea di utilizzare il 3-4-2-1 che tanto bene gli aveva fatto fare nella prima stagione al Monza, il tecnico viola ha optato per il 4-2-3-1. Dopo un’ottima serie di risultati, però, in coincidenza con il problema cardiaco di Edoardo Bove il modulo coi tre trequartisti ha iniziato a scricchiolare. Con il mercato di gennaio e l’arrivo di giocatori come Fagioli, Folorunsho e Zaniolo, l’ex allenatore dei biancorossi ha provato diversi modulo, optando alla fine il 3-5-2.
Le fasce a la capacità di giocare tra le linee
Col 3-5-2, è rimasta invariata la capacità della squadra viola di attaccare sulle fasce. Dodò da una parte e Gosens dall’altra sono stati sempre due fattori, uno in fase di assist e l’altro soprattutto in zona gol è riuscita fare la differenza sulle corsie esterne. Una caratteristica che il tecnico ha sfruttato tanto dall’inizio della sua carriera e che si è rivelata decisiva anche per supportare un attaccante con le doti di Kean.
Il passaggio al 3-5-2 ha permesso a Palladino di ritrovare un po’ di equilibrio perduto, impostare meglio la manovra da dietro con la tecnica e la visione di gioco di Pongracic. Inoltre, il passaggio al 3-5-2 ha liberato e Gudmundsson da compiti difensivi, rendendolo nettamente più pericoloso in avanti. Contemporaneamente, il nuovo modulo sembra invece aver spento la fiamma realizzativa di Moise Kean (forse anche condizionato da problemi fisici e personali. Di fronte a questi problemi, comunque il recupero di Gudmundsson e la crescita di Mandragora nel ruolo di mezzala ha dato alla Fiorentina ulteriori e pericolose opzioni sulla trequarti.
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