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Forever Rossoblù

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Dopo Filippo Inzaghi, approdato a Benevento, anche un altro ex allenatore rossoblù trova squadra, giusto qualche chilometro più in là: trattasi di Roberto Donadoni, tornato in sella dopo l’ultimo anno sabbatico. Allenerà il Shenzhen Fc, squadra della Chinese Super League 2019: la nuova puntata di “Forever Rossoblù”, la rubrica che segue gli ex sparsi per l’Italia, l’Europa e il Mondo, riparte proprio da qua.

DOV’ERAVAMO RIMASTI Maggio 2018: dopo un girone di ritorno al di sotto delle attese, Casteldebole volta pagina. Dopo due anni e mezzo Donadoni non è più l’allenatore del Bologna. Conclusione, questa, di un mandato a due facce: perchè a dirla tutta, non era cominciata malissimo. Nel settembre del 2015 il Bologna appena tornato in serie A fa una fatica tremenda e Saputo dà il benservito a Delio Rossi. Al suo posto Roberto Donadoni, reduce dalla strana esperienza di Parma, dove ha fatto tre anni ad alti livelli, con qualificazione in Europa League, resa però vana dai guai finanziari del club. Il tecnico cerca dunque un progetto serio dove rilanciarsi, e trova in Bologna un perfetto trampolino di (ri)lancio: il suo arrivo solleva la squadra, che complice anche l’esplosione di Diawara e l’inserimento dei nuovi (su tutti, Giaccherini e Destro), farà una grande cavalcata, che la porterà a bloccare la Juve dei record. Sembra l’inizio di una bella storia, col club che scaccia anche le sirene della Nazionale per tenersi stretto il suo tecnico. Ironico, a posteriori.

UN LENTO DECLINO Nella stagione successiva non c’è la crescita richiesta, con l’ennesimo finale in calo. Ma il campionato ’17-’18 parte bene, con 24 punti nel girone d’andata e grandi aspettative per la seconda parte (sì, c’è anche chi parla di Europa). Risultato: 15 punti, tra i peggiori risultati di sempre, con pochissime vittorie (nessuna in trasferta) ed una marea di prestazione sconfortanti. Negli ultimi mesi la crescita del malumore si fa poi esponenziale, complice un finale di stagione da cinema degli orrori; il punto di non ritorno? Alla penultima in casa col Chievo, quando i clivensi, in lotta per non retrocedere, espugnano il Dall’Ara, ribaltando l’iniziale vantaggio di Verdi. A fine stagione, in un clima pesante e da guerra civile, la società prende a furor di popolo la decisione: l’esonero del tecnico diventa realtà.

L’IPOTESI BIS Ma quegli ultimi mesi da dimenticare, da gennaio a giugno, saranno solo la prima parte dell’Annus Horribilis, vedasi alla voce 2018: il nuovo corso Inzaghi non riuscirà infatti ad invertire la rotta, e a dicembre, dopo la sconfitta di Empoli, rischia l’esonero. Tra la varie ipotesi c’è anche il ritorno dell’ex tecnico, ancora sotto contratto, poi smentito per direttissima dallo stesso Saputo. Come andrà a finire poi lo sanno tutti: esonero di Pippo dopo la debacle col Frosinone, arrivo di Sinisa e rescissione definitiva con Donadoni. Col mandato-bis che resta dunque relegato all’armadio dell’universo parallelo. Come anche l’ipotesi Milan: dove il nome di Roberto circola nei giorni in cui Gennaro Gattuso rischia la panchina, ma senza effettiva concretizzazione.

UN NUOVO INIZIO E siamo dunque ai giorni nostri, coll’ex tecnico (pronto a spegnere, nel settembre prossimo, 56 candeline) prossimo allo sbarco in Cina, precisamente a Shenzhen, nel Guangdong, città sul Mar Cinese Meridionale. All’allenatore il compito di portare alla salvezza una squadra penultima, reduce da 14 punti nelle prime 20 giornate. Non sarà l’unico allenatore italiano del campionato: farà infatti compagnia a Fabio Cannavaro, allenatore del Guangzhou, che guida attualmente la classifica al primo posto. Non solo: ad allenare la Nazionale c’è un certo Marcello Lippi, di cui Dona fu successore sulla panchina azzurra. Corsi e ricorsi di un calcio grottesco, che non smette mai di stupire. Al mister l’augurio di far bene nella sua nuova avventura, che sarà tenuta sotto stretta osservazione su questa rubrica. Da Bologna alla Cina: la seconda vita di Roberto Donadoni può cominciare.

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