Freuler: «Bologna pronto a stupire in Europa, con Italiano gioco offensivo e ambizione»
Il centrocampista rossoblù parla dal ritiro di Valles: obiettivi, Coppa Italia, arrivi eccellenti e sogni europei al centro del suo intervento
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Uno dei leader della passata stagione del Bologna, Remo Freuler, ha rilasciato un’intervista dalla sala conferenze del centro di Valles.
Freuler, la conferenza nel centro di Valles
Tra la sessione mattutina e quella pomeridiana, Remo Freuler si è presentato ai giornalisti alle 15:45, rispondendo alle domande riguardo le prospettive personali e della squadra.
Le prime sensazioni sul ritiro e sulla squadra?
«Positive, abbiamo aggiunto pochi giocatori. Spero che possiamo continuare così».
Quando rinnovi il contratto?
«Non ne abbiamo ancora parlato ho ancora un anno di contratto».
Hai già detto a Ndoye che giocare a Bologna è meglio di Nottingham?
«Parlo spesso con Dan, ma anche di altro. Ma oggi voglio parlare del Bologna, non di giocatori».
Sei nel pieno della maturità calcistica: cosa hai imparato a Bologna e da Italiano?
«Nella vita si impara sempre, Italiano non lo conoscevo, ma da ogni allenatore si può trarre sempre qualcosa di nuovo».
Vincenzo Italiano durante il primo allenamento della sua seconda stagione al Bologna (© Bologna FC 1909)
Come ti senti in vista dell’anno prossimo (dal momento che, potenzialmente, potreste giocare 60 partite, considerando il Mondiale)?
«Sarà un anno molto lungo, sperando anche nel Mondiale, che non è scontato: abbiamo – riferendosi alla Nazionale – un girone di qualificazione molto difficile».
Si dice che tutti i migliori allenatori siano stati grandi centrocampisti (come Italiano), Freuler sarà il prossimo?
«Non ho ancora pensato a cosa farò dopo la carriera, voglio godermi questi anni. Per il futuro c’è ancora tempo».
Cos’ha significato vincere quella Coppa Italia?
«Tantissimo.
La commozione di Remo Freuler dopo la vittoria della Coppa Italia (© Bologna FC 1909)
Vincere un trofeo è sempre importante, soprattutto dopo che, in 10 anni di carriera, non ne ho mai vinto uno. A Roma con l’Atalanta ci rimasi molto male, insieme ai 30mila bergamaschi».
Ti aspettavi che il Bologna potesse diventare come la tua vecchia Atalanta?
«È sempre difficile fare paragoni. La cosa importante è avere continuità per tanti mesi e anni. Stiamo provando ad arrivare in un punto sempre più alto».
Qual’è l’aspetto che più ti piace di Italiano?
«Abbiamo un gioco molto offensivo, con tante occasioni. Non dobbiamo avere paura di difendere 1vs1 con nessuno».
Come stai vedendo El Azzouzi durante il ritiro?
«Oussama è un giocatore forte che da sempre tutto in allenamento, non manca mai nell’impegno. Se, alla fine, scende in campo o meno, però, non dipende da me».
Cosa possono fare dei pilastri come voi per trattenere gli altri pilastri in squadra?
«Non tanto. Loro sanno che gruppo siamo a Bologna, ma le decisioni sono personali. Non so se quello che hanno qui lo possono trovare altrove».
Con arrivi del calibro di Immobile e Bernardeschi, si allarga il gruppo dei senatori?
«Con loro si è aggiunta un po’ d’esperienza, è sempre bello averla in squadra. Però è arrivato anche Vitik, un difensore forte.
Martin Vitik (© Bologna FC 1909)
Per ora siamo contenti della prima settimana di ritiro, dobbiamo continuare così».
Che sfida sarà, dopo aver affrontato la Champions League, l’Europa League, avendo dei giocatori che hanno già affrontato certe competizioni?
«A me è sempre piaciuta l’Europa League, l’affronteremo al massimo per arrivare il più lontano possibile».
Dove pensi che possa arrivare il Bologna?
«Dipende da noi e da come affrontiamo le partite, l’interpretazione del percorso. Abbiamo fatto un anno con Italiano, conosciamo di più il suo calcio e sarà un vantaggio per partire bene».
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