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Il Resto Del Carlino – Freuler torna alle origini contro la sua ex Atalanta

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Damiano Fiorentini per 1000 cuori rossoblù


La scalata verso l’Europa non è ancora finita. La partita di oggi al Dall’Ara contro l’Atalanta chiude il tour de force sostenuto dai ragazzi di Motta in questa settimana, prima contro la Roma, poi contro l’Inter per la Coppa Italia e ora i bergamaschi. Non solo, perché la partita contro la squadra di Gasperini ha un significato speciale per un giocatore che sta diventando sempre più protagonista: Remo Freuler.

Epoca d’oro con i neroazzurri

Lo svizzero sarà l’ex della partita, contro il club che lo ha lanciato e lo ha maturato. Era gennaio 2016, quando Sartori, lo scovò e lo portò tra le fila nerazzurre per circa 2,5 milioni. Dal suo sei presenze e un goal nella seconda metà di stagione di quell’anno, poi da quella successiva l’esplosione con 5 gol e 4 assist e l’Atalanta al quinto posto finale. A Bergamo ha vissuto tutta l’epoca d’oro, dai Conti, Kessie e Caldara venduti a peso d’oro, fino ad arrivare alla storica stagione dei quarti di finale di Champions nel 2020, persi poi contro il PSG. Freuler è sempre stato in quegli anni, al centro del progetto di Gasperini.

Dominante anche in rossoblù

Ora anche a Bologna, con Thiago, sta diventando sempre più centrale nella formazione rossoblù. Quando il Bologna ha deciso di dare via tre pezzi grossi quest’estate come Domunguez, Schouten e Arnautovic, si sono create anche un po’ di tensioni, perché l’allenatore italo brasiliano li reputava fondamentali per il gioco. Sartori però si è ricordato di Remo, che si era accasato al Nottingham Forrest e l’ultimo giorno di mercato è riuscito a chiudere l’affare per portarlo sotto le Due Torri. Freuler da quel momento si è calato nella sua parte, in modo poco appariscente e faticando un pochino all’inizio per mancanza di ritmo partita; ma quando le partite iniziavano a pesare lui c’è sempre stato ed ha iniziato a dominare nel centrocampo rossoblù.

Contro la Roma è suo il passaggio per Ndoye che poi ha portato al gol di Moro, ma è suo anche il merito di aver ingabbiato sia Cristante che Pellegrini. Con i giallorossi era uno spareggio, ma lo sarà anche con la sua ex Atalanta, che lotta per l’Europa che conta. Con i nerazzurri ha totalizzato 260 presenze, 21 gol e 23 assist, senza mai lasciare una stagione digiuna di reti. Agli ordini fi Gasperini ha giocato come mediano, incursore e trequartista, ora a 31 anni con Motta sembra prediligere la posizione da mediano, davanti alla difesa. Anticipa gli avversari, legge le situazioni sia in chiusura che in impostazione. Al momento gli manca il gol e se dovesse arrivare oggi molto probabilmente non esulterà, per rispetto alla sua storia con l’Atalanta e verso un allenatore che ha sempre difeso, anche quando alcuni suoi ex compagni lo additavano: «Non sarei il giocatore che sono se non fosse per Gasperini e questo discorso vale per tanti miei ex compagni. È grazie a lui che sono diventato un giocatore da nazionale, che ho fatto la Champions ed è lui che ha reso l’Atalanta ciò che è oggi».

Fonte: Il Resto Del Carlino, Marcello Giordano

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