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Fussball, bitte – Storie di Bundesliga – Settima giornata

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Un caro saluto a tutti,  torniamo a parlare di Storie di Bundesliga. Ma prima il resoconto della settima giornata.

GIORNATA 7

UNION BERLINO – BORUSSIA MÖNCHENGLADBACH 3-1

3′, 26′ Doekhi (U), 33′ Tabakovic (B), 80′ Khedira (U)

MAGONZA – BAYER LEVERKUSEN 3-4

11 Grimaldo rig., 24′ Kofane (B), 34′ Lee (M), 45’+3 Grimaldo (B), 71′ Amiri rig. (M), 87′ Terrier (B), 90′ Sieb (M)

RB LIPSIA – AMBURGO 2-1

45′ Baumgartner (L), 48′ Sambi Lokonga (A), 50′ Baumgartner (L)

WOLFSBURG – STOCCARDA 0-3

35′ Tomas, 55′ Mittelstadt, 80′ Stiller

HEIDENHEIM – WERDER BREMA 2-2

50′ Grüll (W), 67′ Schimmer (H), 69′ Stage (W), 83′ Föhrenbach (H)

COLONIA AUGUSTA 1-1

54′ Rieder rig. (A), 76′ El Mala (C)

BAYERN MONACO – BORUSSIA DORTMUND 2-1

22′ Kane, 79′ Olise (BM), 84′ Brandt (BD)

FRIBURGO – EINTRACHT FRANCOFORTE 2-2

2′ Scherhant (F), 18′, 38′ Burkardt (E), 87′ Grifo (F)

ST. PAULI – HOFFENHEIM 0-3

54′ Toure, 59′ Kramaric, 79′ Prömel

CLASSIFICA

Bayern Monaco 21

RB Lipsia 16

Stoccarda 15

Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen 14

Colonia 11

Eintracht Francoforte, Hoffenheim, Union Berlino 10

Friburgo 9

Amburgo, Werder Brema 8

Augusta, St. Pauli 7

Wolfsburg 5

Magonza, Heidenheim 4

Borussia Mönchengladbach 3

Bayern che marcia senza sosta e allunga ancora. Non inganni il punteggio: la squadra di Kompany ha dominato la gara in largo e in lungo, l’unico neo è ancora troppa leziosità negli ultimi venti metri. A Lipsia succede tutto in cinque minuti: Tori avanti, ripresi e punto decisivo del solito Baumgartner. Bene anche lo Stoccarda che espugna Wolfsburg, mettendo in pericolo la panchina di Simonis e piazzandosi in solitaria al terzo posto. Il Leverkusen fa bottino pieno a Magonza e aggancia il Dortmund, mentre il St. Pauli resite un solo tempo contro l’Hoffenheim. Pareggiano tutte le altre, tranne un Gladbach sempre più in crisi che cade a Berlino: in settimana il DS Virkus è stato sostituito dall’esperto Schröder ma l’impressione è che per invertire la tendenza serva anche molto altro.

STORIE DI BUNDESLIGA

LA GUERRA DEL LATTICE

Homburg, 1987. La compagine locale inizia la seconda Bundesliga della sua storia tra mille difficoltà economiche. La piccola città – 44mila abitanti – è un bacino d’utenza che non attira molto ed è solo grazie all’abilità del suo Presidente Manfred Ommer che i Biancoverdi si trovano nel massimo torneo. La squadra parte anche maluccio ma alla 4a giornata, con una prestazione da manuale, sconfigge i campioni in carica e vice-campioni d’Europa del Bayern. Tuttavia è un fuoco di paglia, perché le cose tornano presto a precipitare. Ci vuole uno sponsor ma chi investirebbe in una realtà tanto piccola e dall’appeal assai scarso? Lo scaltro Ommer lo trova: è la London, una ditta produttrice di preservativi. In anni in cui lo spettro dell’AIDS aleggia sul continente sembrerebbe persino una buona idea e poi quei 200mila Marchi fanno tanto comodo. Detto-fatto, le maglie vengono stampate ed i giocatori le indossano.

Nessuno nella moderna Germania si scandalizza per quel logo: è un paese dove nelle scuole si fa campagna d’informazione sui rischi di rapporti non protetti. Eppure dopo alcune gare la società viene richiamata dalla commissione etica della DFB.

A capo di quest’ultima c’è infatti Gerhard Mayer-Vorfelder, presidente dello Stoccarda, parlamentare della CDU e Ministro della Cultura. Un uomo noto per le sue posizioni moraliste, che ritiene indecorosa una simile pubblicità sulle maglie di una squadra della Bundesliga. Ommer viene convocato e gli viene imposto di nascondere l’infamante marchio sotto la minaccia di punti di penalizzazione. A tal proposito, il Trainer jugoslavo Slobodan Cendic, relativamente al pessimo ruolino del suo Elf, ironizzerà: “vorrei proprio sapere quali punti intendono toglierci…”. Ommer, indignato, commenta invece senza mezzi termini: “si può sempre scommettere sull’idiozia di certi dirigenti!”

Il Sabato successivo

Il Sabato successivo la scritta viene coperta con del nastro nero ma si rivelerà un boomerang per Mayer-Vorfelder: la notizia ha fatto il giro del mondo e la London è sulla bocca di tutti, ottenendo un ritorno pubblicitario infinitamente superiore a quello auspicato con la semplice sponsorizzazione. Non solo: il suo diktat offre il fianco ai rivali politici che lo criticheranno aspramente per le sue posizioni bacchettone e retrograde, arrivando a soprannominarlo “Mayer-Vorgestern” (Mayer-L’altro ieri) e persino i suoi alleati reagiscono male. Il liberale Lothar Mahling dichiarerà che “non ci si aspettava che l’auto-proclamato difensore della virtù, Signor Mayer-Vorfelder, passasse il segno e ne combinasse una così”.

C’è di più: il vulcanico Ommer ha trascinato la questione in tribunale e finalmente la Corte Civile di Francoforte gli dà ragione, sentenziando che “la réclame di un preservativo sulle maglie di una squadra di calcio di Bundesliga non offende né l’etica né la morale e la decisione della commissione è stata indiscriminata”.

Mayer-Vorfelder è in ginocchio, le sue aspirazioni di presidenza della DFB si infrangono contro il tam-tam mediatico e la decisione dei magistrati: riuscirà a sedersi su quella poltrona ma solo 12 anni più tardi.

E l’Homburg? Non ce la farà e darà l’addio alla Bundes con una giornata d’anticipo pareggiando 1-1 in casa contro il Bochum mentre i rivali del Waldhof Mannheim impattano anch’essi contro il Bayer Uerdingen e mantengono invariato il distacco di 3 punti.

Mannheim, guarda caso la città di origine di Mayer-Vorfelder…

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