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Gazzetta dello Sport – Rodrigo Palacio: “Bologna? Vale più della Champions”

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Arrivato a Bologna tre stagioni fa, si è subito conquistato un posto nel cuore dei tifosi e da titolare in campo per passione e tenacia. Parliamo di Rodrigo Palacio, attaccante argentino dal curriculum ricchissimo e che, come scrive Matteo dalla Vite sulle colonne della Gazzetta dello Sport, non necessita appunto per questo motivo di particolari presentazioni.

Fresco di rinnovo, il “Trenza” ha solo parole al miele per l’ormai “sua” Bologna: «Quando sono arrivato qui, non mi aspettavo potesse essere tutto così bello e serio. Non c’è nulla da invidiare a tante altre società». La chiamata di Gasperini a 37 anni per giocarsi una chance in Champions League ed un sonoro no in risposta, nonostante «l’orgoglio enorme per aver pensato a me». Perché se, a quest’età è difficile che qualcuno ti cerchi per lanciare l’assalto alla “coppa dalle grandi orecchie”, è altrettanto vero che il profumo dell’Europa è altrettanto forte qui sotto le due Torri. «Per diventare come l’Atalanta ci vuole tempo» continua Palacio «ma qui le basi ci sarebbero tutte. A Gasperini chiesi tre giorni di tempo, ma pensai che il Bologna mi voleva ancora, qui sto benissimo e sono grato per quanto hanno fatto e fanno per me, allora la scelta è stata facile: tutto questo vale più della Champions». Tanta storia alla spalle, compresa quella di Bologna: l’avvicendarsi di Donadoni, Inzaghi e Mihajlovic, la malattia del mister, il rinsaldamento del gruppo: «In quel momento ci siamo uniti ancora di più: lui lottava e noi non potevamo dare meno di quello che lui mostrava al mondo». Reinventato “falso nueve” dal tecnico serbo, al “Trenza” (così come al Bologna stesso), è spesso mancato l’istinto da killer per conquistare sul campo quello che le parole e la buona volontà non bastano a conquistare: l’Europa. Autodefinitosi generoso ma esigente soprattutto con sé stesso, l’argentino ha affermato che la sua traccia «resterà finché gioco» e su Dominguez ha le idee molto chiare: «I primi tempi al Genoa Gasperini faceva giocare alto Marco Rossi. Pensa: lui è un difensore, io devo giocare lì. Poi capii: dovevo scoprire il calcio italiano. Nico è intelligente, rapido di testa, sa far gol. Vedrete che bel giocatore…»

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