Bologna FC
I fantasmi di Pagliuca: le tre notti senza luna
Il 18 giugno del 2005 il Bologna retrocedeva in Serie B: per Pagliuca, il ricordo della notte più dolorosa
Vent’anni fa, alle estremità dei cento chilometri di via Emilia che separano Bologna e Parma, c’era chi si struggeva per un’assurda retrocessione e chi invece gioiva a suon di brindisi. Una storia tanto dolorosa quanto festosa, a seconda della prospettiva da cui la si osserva.
Correva l’anno 2005 quando il derby dell’Emilia valeva lo spareggio per la salvezza: la città delle Due Torri si disperava e i colori rossoblù retrocedevano in Serie B per l’ultima volta. Brutti ricordi e rimpianti quelli raccontati da Gianluca Pagliuca, uno dei protagonisti indiscussi delle notti del 14 e 18 giugno di vent’anni fa, che nella gara di ritorno al Tardini non riuscì a fermare Gilardino, storico doppio ex che mise la firma sull’ultima retrocessione del Bologna.
Pagliuca, il ricordo della dolorosa retrocessione col Bologna
Ma se potesse riavvolgere il nastro e tornare indietro nel tempo, quale risultato cambierebbe della sua carriera? Vincere la Champions con la Sampdoria, trionfare nel Mondiale del 94′ o conquistare la salvezza con i rossoblù? Impossibile sceglierne uno, ma certamente una delle tre notti ha prevalso sulle altre. «La peggiore di tutte è stata quella dopo la retrocessione del Bologna il 18 giugno del 2005» – confessa Pagliuca – «da giocatore e tifoso è stata veramente brutta». Un ricordo indelebile, che l’ex portiere cancellerebbe con forza, così come gli altri due episodi: «Ovviamente, anche la notte di Wembley del 92′ è stata terribile. Se avessimo vinto, probabilmente, sarebbe cambiata per sempre la storia della Sampdoria».
Gianluca Pagliuca (©Bologna FC 1909)
Certo è che anche una sconfitta ai rigori in finale ai Mondiali non si dimentica molto facilmente: «Al Mondiale di USA 94′ siamo andati ad un passo da un sogno ed è stato tremendo perdere in finale ai rigori» dichiara Pagliuca, spiegando una volta per tutte la famosa scenda del bacio del palo. «Mauro Silva calciò. La palla mi sfuggì di mano. Stava per entrare, invece finì sul palo e la ripresi. Quel palo mi ha salvato la carriera». Prosegue: «Guarda il mio amico Walter Zenga: ha fatto una carriera strepitosa, ma gli ricordano ancora il gol di Caniggia. Non oso immaginale cosa sarebbe successo a me se avessimo perso per colpa di quel mio errore. Sarei stato timbrato a vita, per questo ho baciato il palo».
Tre notti da dimenticare: «Sono le uniche tre cose che vorrei cambiare della mia carriera. Se si potessero togliere sarei veramente a posto con tutto» confessa. Eppure, per i tifosi del Bologna rimarrà sempre una bandiera: 269 presenze e un cuore rossoblù.
(Fonte: intervista di cronachedispogliatoio.it)
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Gig
13 Ottobre 2025 at 23:19
E la retrocessione del 2014?