Bologna FC
Grandi Pensieri di Mattia Grandi
“Non può piovere per sempre”(cit. Brandon Lee, The Crow). Un timido raggio di luce filtra tra la spessa cortina di nuvole assiepate, da settimane, sullo spazio aereo del Dall’Ara. Non è un raggio solare che scalda particolarmente però da speranza. Tiene in vita la fotosintesi clorofilliana rossoblu. Il Bologna batte il Livorno di misura tra ansie, patemi e paure. Quando due poco convincenti interpreti della massima pedata calcistica nazionale si incontrano, la differenza, spesso, la fa soltanto un goal. E così è stato. Incontro teso, contratto, bruttino. La frittata al primo minuto di gioco la sfiora la retroguardia felsinea, due minuti più tardi la materializza la difesa labronica. Bravo Crespo a crederci sul quel pallone messo in mezzo da Cech senza troppe pretese. Lo spagnolo è una delle più belle cartoline di giornata. Voluto fortemente da Bisoli e costato tanti soldoni, l’ex Padova sfiora il dimenticatoio prima della riesumazione pioliana. Utilizzo al contagocce, non un fenomeno, un onesto lavoratore. Mediamente utile in una zona del terreno di gioco dove, da secoli, manca una credibile proposta tecnica. Il Bologna poi amministra al cospetto di un Livorno, francamente, sterilino. Servirebbe la zampata del ko che non arriva e non arriverà. Oggi può bastare non raccogliere la palla in fondo al sacco per la prima volta nel torneo 2013/2014. Il finale è convulso. Mister Nicola inserisce tardivamente il pimpante ex Siligardi ed i toscani non trovano la profondità. Permanere sulla trequarti avversaria non conta, i tiri nello specchio della porta nel rush finale ospite sono zero. Vittoria meritata, sofferta ma generosamente cercata ed ottenuta. Iniezione di fiducia per il proseguo di un intenso cammino che collega la tappa infrasettimanale di Cagliari con l’anomalo lunedì sera bolognese griffato Chievo. Bene gli esterni Crespo e Cech prima dei rispettivi affaticamenti muscolari, sicuro il tridente difensivo Sorensen-Natali-Mantovani, utile Kone spesso terzino aggiunto, positivi Diamanti e Cristaldo. A sprazzi Laxalt, anonimo Khrin che, per il sottoscritto, è un vero rebus tattico. Finale dedicato ai tifosi, alla curva. Difficilmente capita di assistere in poco più di ventiquattro ore a due attestati di fede di tali proporzioni. Nel momento più nero. Casteldebole sabato e l’assordante incitamento odierno per una partita del cuore che loro hanno vinto da un pezzo.
Mattia Grandi
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