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Il Bologna di Thiago Motta è arrivato Oltremanica

I successi del Bologna di Thiago Motta superano il Canale della Manica e arrivano anche in Inghilterra sulle pagine del “The Guardian”

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Thiago Motta, allenatore del Bologna, saluta la curva
Thiago Motta (© Bologna FC)

La eco delle imprese del Bologna di Thiago Motta, quarto in classifica a 7 giornate dalla fine, è arrivata fino Oltremanica. Nelle scorse ore si era diffusa la notizia di un interesse del Manchester United per il lavoro del tecnico rossoblù. Ma soprattutto negli ultimi giorni la fama del Bologna del tecnico italo brasiliano ha sconfinato i confini italiani e dell’Europa continentale. In Inghilterra, il “The Guardian”, in un articolo di Nicky Bandini, ha ripercorso tutti i passi del magnifico lavoro di Thiago Motta a Bologna.

Thiago Motta ha rivoluzionato il Bologna, partendo dai singoli

La giornalista della testata britannica individua nel lavoro di Motta di questa stagione in cinque nomi: Orsolini, Calafiori, Ferguson, Zirkzee e Saelemaekers.
Sul numero 7 del Bologna, il lavoro di Thiago Motta, il lavoro ha avuto un impatto che ha trasformato Orsolini. Il gol contro la Salernitana è stato il sunto della sua crescita sotto il tecnico. Tanto da spingere il Guardian a definire la sua magia contro i granata come “Robbenesque”.

L’altro simbolo della crescita del Bologna di Motta è sicuramente l’altro Riccardo, ovvero Calafiori. Il 33 con Motta ha rivoluzionato la sua passione, e come dice Bandini, ha prosperato in quella posizione. Entrambi, grazie al contesto Bologna, aspirano alla convocazione agli Europei.

L’altro nome su cui si concentra l’attenzione inglese è Lewis Ferguson, a cui Thiago Motta ha affidato la fascia di capitano del Bologna. Il centrocampista scozzese è tra i più prolifici della Serie A nel suo reparto oltre che essere un tuttocampista, di inesauribile dinamismo.

Thiago poi ha cambiato la carriera Joshua Zirkzee. Nonostante il tecnico “respinga” i meriti dicendo che il primo a credere in Zirkzee titolare era Zirkzee stesso, questo non sarebbe bastato senza la fiducia incondizionata dell’allenatore. Infine, Alexis Saelemaekers, a cui l’ex allenatore dello Spezia ha regalato una seconda possibilità dopo le ultime due deludenti stagioni al Milan.

La meritocrazia prima di tutto

Un paragrafo molto importante dell’articolo, nonché regola fondamentale del Bologna di Thiago Motta, è quello dedicato alla meritocrazia. Gioca solo chi lo merita, chi si allena bene e dà il massimo per la squadra. Con e senza il pallone. Perché prima di tutto viene il gioco di squadra col movimento in funzione delle necessità dei compagni e poi il tornaconto personale.

La fluidità della formazione

Agli albori della sua carriera, Motta era stato sbeffeggiato in Italia per via di una curiosa dichiarazione in un’intervista. La famosa formazione “2-7-2” non era altro che un modo fantasioso del tecnico di affermare che il calcio può essere letto in diverse maniere. Il “2-7-2” perciò era solo un modo per leggere la formazione da una fascia all’altra. Thiago Motta, prima allo Spezia e poi al Bologna dopo gli errori della primissima esperienza al Genoa, ha capito di doversi adattare almeno inizialmente e poi implementare il suo credo calcistico.

Oggi al Bologna, vediamo l’esempio concreto di quel 2-7-2: la squadra di Thiago Motta è in continuo movimento e talvolta i difensori si ritrovano in attacco e i centrocampisti offensivi sono chiamati a difendere. Un turbinio di movimenti senza il pallone, che permette ai rossoblù di essere sempre equilibrati e fondamentalmente efficaci nella doppia fase. E questo approccio così moderno, ma anche funzionale e funzionante attira inevitabilmente gli interessi dei grandi club italiani ed europei. Possiamo biasimarli? No, Thiago Motta è bravo, intelligente ed ambizioso, se riterrà opportuno andrà via, altrimenti imiterà il collega Xabi Alonso.

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