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Il Corriere di Bologna – BFC, il caso dei medici

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In attesa di capire se dal 18 maggio potranno ricominciare gli allenamenti di squadra, il Bologna oggi attende i risultati dei test sierologici, dopo aver effettuato i tamponi a tutto il gruppo e non aver riscontrato nessun elemento positivo. 

Dopo i rilievi del Comitato scientifico del governo i club di Serie A, in queste ore si stanno interrogando su due aspetti in particolare: il primo è il rifiuto del modello tedesco (obbligo di una quarantena di 14 giorni per tutta la squadra in caso di un giocatore positivo al tampone) e il secondo è l’assunzione di responsabilità da parte dei medici sociali dei vari club. Inevitabile lo scontro a riguardo tra la commissione medica Figc e il Cts governativo. Gli stessi Gianni Nanni, Giovanbattista Sisca e Luca Bini, equipe sanitaria del club rossoblù, si stanno confrontando con la dirigenza. I medici non intendono essere responsabili di eventuali contagi, in quanto il protocollo non assicura al 100% nuovi positivi. Le società, al bivio, stanno valutando se tutelare i propri i dottori o meno.

Nell’assemblea odierna di Lega Serie A, questo sarà uno dei temi su cui si cercherà di fare chiarezza, oltre alla riapertura del campionato e i rapporti con le televisioni che detengono i diritti sul torneo e che non vogliono saldare l’ultima tranche stagionale. Intanto, nella giornata di ieri, il presidente del Coni, Giovanni Malagò è intervenuto all’iniziativa felsinea Bologna Fc Webinar, toccando i temi della ripresa delle attività sportive. «Il governo ci ha chiesto di preparare un documento che ormai è la Bibbia per la ripresa: 404 pagine in cui ci sono relazioni chieste a ogni federazione, compresa quella dei medici sportivi, e le indicazioni del Politecnico di Torino – afferma il presidente del Coni, che continua – Oggi ci sono tutti i presupposti per la ripresa delle attività, che è diversa dalla ripresa delle competizioni ma è necessaria per arrivarci.» Dopo avere indicato tra gli sportivi che ha amato di più, Mennea e il Savoldi rossoblù, diverse sono state le domande che gli sono state poste. «Europei, Mondiali e Olimpiadi obbligano stadi ad avere i parametri giusti – toccato il tema degli impianti, Malagò poi conclude – per fare giocare il calcio alle Olimpiadi che volevamo fare a Roma avevamo inserito anche Bologna tra gli undici stadi coinvolti. Il mio sogno era portare le Olimpiadi estive in Italia, poi la Raggi fece quel disastro»

Fonte: Il Corriere di Bologna, articolo di Alessandro Mossini 

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