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Il Corriere di Bologna – E se il Bologna giocasse partite da 60 minuti?

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L’assunto sembrerebbe abbastanza banale nella sua ovvietà, ma potrebbe fare riflettere: se il Bologna, in questa stagione, avesse finito le sue partite al 60simo minuto, sarebbe quarta in classifica. Ma siccome, ci insegnano, che la storia non si fa con i se e i ma, andiamo ad approfondire questo dato, nei fatti. Sui 14 goal che il Bologna ha fin qui incassato, ben 7 sono stati subiti negli ultimi 30 minuti, segnale o di una mancanza di concentrazione nella fase difensiva (prendendo ovviamente la squadra nella sua interezza e non solo il reparto arretrato)  o di un calo atletico (ma questo non sembrerebbe, visti i chilometri che i ragazzi in rossoblù corrono in campo). Contro la Spal (Kurtic al 71′, seppure fosse un euro goal), l’Inter (addirittura la tripletta nerazzurra è giunta completamente dopo il 60simo), il Genoa (Piatek al 69simo), il Cagliari (sebbene Joao Pedro avesse segnato nel primo tempo, Pavoletti ha bollato al 69simo rendendo così vana la rincorsa rossoblù al pareggio) e infine contro ill Sassuolo (il redivivo Boateng segnando all’85simo, ha permesso di riacciuffare alla sua squadra il pareggio, ormai insperato), la porta di Skorupski ha capitolato proprio negli ultimi fatali 30 minuti, dimostrando che Mister Inzaghi deve lavorare ancora sulla fase difensiva, trovando in primis la quadra sul pacchetto arretrato da mandare in campo (per infortuni o scelte tecniche, la difesa ha subito molti cambiamenti, ruotando spesso nei suoi uomini fondamentali, complicando il raggiungimento dell’amalgama) e poi sviluppando moduli che permettano la squadra, nella sua interezza, di blindare i legni dell’estremo difensore rossoblù. E magari, col mercato di gennaio, acquistare un forte centrale che possa dare il cambio a Danilo nel ruolo di “comandate” arretrato.

(Fonte Marco Vigarani – CorrBo – Photo – Sara Melotti)

 

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