Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – E’ successo…e non è ancora finita
E’ successo davvero. Il Bologna ha conquistato il primo trofeo del XXI secolo, quella Coppa Italia che mancava a Bologna da ben 51 anni. E c’è ancora un piazzamento in Champions League che può essere agguantato.


Ndoye e Orsolini alzano la Coppa Italia (@Damiano Fiorentini)
E’ successo davvero. Il Bologna ha conquistato il primo trofeo del XXI secolo, quella Coppa Italia che mancava a Bologna da ben 51 anni. E c’è ancora un piazzamento in Champions League che può essere agguantato.
La serata è calda ma un vento fresco accarezza piacevolmente i tifosi che assiepano gli spalti. C’è tensione nell’aria, non quella sensazione pesante che affatica il respiro ma quell’elettricità positiva che ti stimola fino al midollo. “La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare” cantava Jovanotti. Ci sono i soliti noti, ma ci sono anche tanti bambini festanti, signori dalle chiome rade e canute, ragazzi, ragazze, uomini e donne di mezza età. Nessuno si sognava di mancare. Che sia l’innamoramento viscerale della gioventù o l’amore solido ma un po’ disilluso della maturità poco importa. La passione di oltre trentamila bolognesi si è fusa nella Città Eterna traboccando in un’empatica focosità che ha contagiato chiunque vi posasse lo sguardo. E’ la Sera dei Miracoli.
Ora come allora è successo…così si gioca solo in paradiso

Lollo De Silvestri e Cesare Cremonini alzano la Coppa Italia (@Damiano Fiorentinii)
In una platea in cui si abbracciano diverse generazioni, la coreografia della curva Bulgarelli (trasferitasi per l’occasione in Curva Nord) si allinea con immaginifica coerenza accorciando la distanza temporale tra gli eroi dello scudetto del 1964 e la truppa di Vincenzo Italiano. “Ora come allora…così si gioca solo in paradiso” viene srotolato in calce alla caricatura della squadra che scese in campo abbattendo l’Inter, il tutto in un tripudio di sventolanti bandierine rosse e blu. La partita non tradisce le premesse, il Bologna è carico, accorto, solido come il Colosseo. Il minuto chiave è il 52. L’area del Milan si trasforma in un flipper, poi il tempo sembra restare sospeso per un istante: in quell’attimo impercettibile, in cui tutto si ferma, l’unico suono nitido è il fragoroso rimbombo di un calcio al pallone. E’ il destro di Ndoye. Un tiro che resterà scolpito nella storia e che manda in Paradiso un popolo intero.
La certificazione di uno status
Il Milan reagisce con appena un filo di gas, troppo poco per impedire ai rossoblu di riscrivere la propria storia. Al triplice fischio di Mariani vengono liberati fiumi di lacrime. E’ successo, la Coppa Italia torna a dimorare in Emilia. A casa e sugli spalti uomini più o meno navigati che singhiozzano liberandosi di un accumulo di vane speranze, sogni infranti ed amare illusioni. L’orgoglio di essere tornati tra i grandi tutti insieme, una città che si è mossa in blocco per celebrare una squadra di ragazzi fantastici capitanata da un allenatore altrettanto fantastico. Questo trofeo non è soltanto un sogno che prende corpo, ma è la certificazione di uno status. Il Bologna per il secondo anno consecutivo giocherà nelle coppe europee e, soprattutto, vincendo uno dei più importanti trofei nazionali si è iscritto ufficialmente al circolo dell’élite del calcio italiano.
La vittoria della Coppa Italia è un favore in chiave Champions
L’impresa di Roma garantisce la partecipazione alla prossima Europa League ma, in realtà, favorisce i rossoblù anche nella corsa alla conquista di un posto in Champions League; se il Milan avesse conquistato la Coppa Italia difficilmente avrebbe premuto sull’acceleratore negli ultimi due impegni di campionato, considerando che non avrebbe potuto raggiungere la quarta posizione. Invece, trovandosi al momento fuori da qualsiasi piazzamento europeo, sarà costretto a giocarsi tutto contro Roma e Monza. Dovranno quindi presentarsi col coltello tra i denti anche al cospetto dei capitolini che sono in piena bagarre europea. La Lazio ha impegni complessi, per motivi diversi, contro Inter e Lecce, ed anche la Juventus non sembra avere la strada spianata contro Udinese e (soprattutto) all’ultima giornata nella laguna di Venezia.
In sintesi la partita di Firenze è la stazione di servizio prima della tappa finale col Genoa: se si riparte col pieno allora quella che è già una stagione indimenticabile può diventare una favola da tramandare nei secoli dei secoli.
Considerazioni finali: è un successo della programmazione
L’impresa di Roma garantisce la partecipazione alla prossima Europa League ma, in realtà, favorisce i rossoblu anche nella corsa alla conquista di un posto in Champions League. Se il Milan avesse conquistato la Coppa Italia difficilmente avrebbe premuto sull’acceleratore negli ultimi due impegni di campionato, considerando che non avrebbe potuto raggiungere la quarta posizione. Invece, trovandosi al momento fuori da qualsiasi piazzamento europeo, sarà costretto a giocarsi tutto contro Roma e Monza. Dovranno quindi presentarsi col coltello tra i denti anche al cospetto dei capitolini che sono in piena bagarre europea. La Lazio ha impegni complessi, per motivi diversi, contro Inter e Lecce, ed anche la Juventus non sembra avere la strada spianata contro Udinese e (soprattutto) all’ultima giornata nella laguna di Venezia. In sintesi la partita di Firenze è la stazione di servizio prima della tappa finale col Genoa. Se si riparte col pieno allora quella che è già una stagione indimenticabile può diventare una favola di successo da tramandare nei secoli dei secoli.
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