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IL GRILLO PENSANTE – Il Bologna chi è?

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L’ambo vincente contro Atalanta e Lecce ha permesso all’intero ambiente bolognese di trascorrere le vacanze con serenità e rinnovato entusiasmo, forti del nono posto accaparrato in classifica dal quale si possono scorgere le targhe delle compagini che viaggiano su binari europei. Come è noto l’appetito vien mangiando ed, in linea con il periodo di bagordi, l’aver fatto capolino nella parte sinistra della graduatoria pone automaticamente interrogativi sui reali obiettivi da voler perseguire, soprattutto in periodo di calciomercato; con l’assenza del calcio giocato, il circo sulle trattative di trasferimento utili a riparare o a ricalibrare o addirittura ad osare hanno totalmente rubato la scena e l’attenzione dell’intero mondo pallonaro riversando sulle tifoserie (come sempre accade) tonnellate di rigenerate speranze.

E il Bologna da quali intenzioni è animato? La dirigenza sarà tanto ardita da sfruttare la situazione per equipaggiarsi con armi da caccia grossa oppure effettuerà soltanto operazioni futuristiche e/o di contorno? Dalle schermaglie del mercato la situazione sembrerebbe “intermedia”, i nomi che circolano per rinforzare una retroguardia troppo violata (terza difesa più perforata della lega, appena 2 partite su 17 senza subire gol con soltanto il Lecce ad aver fatto peggio con 1) sono di alto profilo (Lyanco, Juan Jesus, Mustafi) mentre per l’attacco si puntano tutte le fiches (non poche) su Musa Barrow; il giovane gambiano dell’Atalanta ha già mostrato qualche bel colpo sui campi di Serie A ma sembrerebbe più un rinforzo per il Bologna di domani che per quello attuale, i suoi 4 gol segnati in 40 partite di Serie A non possono sottoscrivere certezze e la cifra di 12-15 milioni che i rossoblu sono disposti a versare nelle casse della Dea profumano di autentica scommessa. Il ragazzo lanciato da Gasperini andrà ad occupare la casella lasciata libera dal partente Destro che, dopo quasi 5 anni di permanenza in rossoblu, appariva ancora un rebus sul quale non era più lecito spendere altro tempo e denaro alla ricerca della soluzione; nella testa di Mihajlovic, Sabatini e Bigon l’aspettativa che il nuovo arrivato, seppur giovane, possa incidere maggiormente del centravanti ritornato a Genova ha convinto tutti che l’avvicendamento possa fin da subito impreziosire la rosa. Strategia condivisibile ma che soltanto il campo potrà avvalorare.

Nell’attesa che le trattative si concretizzino la Befana porta in dote nella calza il match di pranzo contro la Fiorentina a stelle e strisce di Rocco Commisso, affamatissima di punti e con la fresca guida di Iachini seguita al siluramento pre-natalizio di Montella. I viola sono feriti, hanno una classifica desolante e sono schiacciati dalla pressione di una nuova e facoltosa dirigenza che non intende in alcun modo ripetere l’agonia finale dello scorso campionato dove la salvezza fu acciuffata per un soffio; inoltre il cambio di direzione tecnica è un fatto tutt’altro che trascurabile, Iachini è una vecchia faina affine alle situazioni complicate e le cui squadre risultano sistematicamente scorbutiche e battagliere. Il compito dei rossoblu sarà maledettamente ostico ma in vista del giro di boa è ora di capire quali sono le reali aspirazioni: il Bologna può (finalmente) rientrare nella borghesia del calcio italiano? E’ possibile? La risposta è tutt’altro che scontata ma rispedire la Viola a Firenze a mani vuote potrebbe essere un indizio importante.

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