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IL GRILLO PENSANTE – Il momento del rimbalzo

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Il Resto del Carlino


E vissero tutti felici e contenti. E’ l’epilogo di ogni fiaba che si rispetti ed è il finale a cui l’intera città attende ansiosamente di poter assistere, con Saputo che annunci fieramente la permanenza di Mihajlovic sulla panchina rossoblu dando contestualmente il nulla osta a sparare nel cielo del mercato estivo i fuochi d’artificio che i tifosi sognano da un’eternità. Ma questa non è una fiaba (anche se la cavalcata trionfale del fantino Sinisa ci assomiglia parecchio) e di scontato c’è ben poco, specialmente in un’annata bizzarra come quella appena terminata che ha mandato in scena un primo atto melodrammatico ed una seconda parte da fanfare spianate; Il bianco e il nero, il giorno e la notte, l’alfa e l’omega, tutto in una sola ed indecifrabile stagione che ha trasformato la salvezza da formalità a traguardo dorato.

Al termine del quarto anno di serie A il Bologna dovrebbe veleggiare verso ben altri lidi o, quantomeno, il mulinello infernale della retrocessione non dovrebbe neppure scalfire la chiglia rossoblu; ma non tutti i mali vengono per nuocere e i mesi nefasti culminati nell’umiliazione casalinga col Frosinone dovrebbero aver convinto patron Saputo a potenziare la branchia meno suadente del suo asset: il reparto tecnico. La consapevolezza che l’aver fissato da vicino il baratro della cadetteria abbia creato l’opportunità di pescare il jolly di un allenatore con rendimento da Champions (così parlano i numeri) dovrebbe aver persuaso Mr. Joey che l’occasione giusta per puntare il mirino più in alto è giunta. Sarebbe quasi scellerato non cogliere la palla al balzo, ma c’è il nodo Mihajlovic da sciogliere. Il patron canadese è giunto sotto le Due Torri giovedì per lavorare ai fianchi il leone serbo che, per essere sedotto, pretende di veder mostrata una mercanzia pregiata. Se il borsellino del mercato estivo non sarà ben fornito e non si contempleranno ambizioni dai profumi europei il matrimonio non si farà, ed oltre ad essere l’ennesimo segnale di austerity sarà anche necessario ricominciare tutto daccapo con un altro coach (esperienza pericolosa come recentemente appurato). Il tempo delle prove e dei tentativi sarebbe finito, gli anni di rodaggio sono stati archiviati alla voce “esperienza” ed i tempi sono maturi per un upgrade. Sarà un segno del destino che l’anno percepito come peggiore in assoluto per aver rischiato concretamente la pelle sia anche quello con lo score di punti più alto a fine campionato? Forse anche i numeri sussurrano che, dopo aver toccato il fondo, sia opportuno approfittare del rimbalzo come fosse un trampolino?

Miha i segnali li ha dati tutti: il Napoli è la vittima più illustre delle 7 cadute consecutivamente al Dall’Ara, e vedere Santander prendere a capocciate i partenopei con tutta la squadra aggredire famelica come se ci fossero in ballo tesori inestimabili infiamma gli animi dei tifosi come non si ricordava da lungo tempo.

Stasera si consumerà l’atto decisivo che indirizzerà l’identità del Bologna della prossima stagione, ed avverrà nella classica location di Casteldebole subito dopo la grigliata di fine stagione con tutta la squadra. Affascinante che il futuro rossoblu si decida sullo sfondo del profumo rustico e ammaliante di salsiccia e costolette, ma questa è Bologna, e nessuno può dire di no alla carne alla griglia nostrana. Speriamo neppure Mihajlovic.

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